06/11/2021 - 07/11/2021 Teatro Ragazzi

Sabato 6 novembre ore 19.00
Domenica 7 novembre ore 16.00 (dopo lo spettacolo alle ore 17, Incontro per le famiglie a cura di Laura Squarcia di FamilyfriendldyblogPrenotazione obbligatoria) 

Mattia e il nonno
di Roberto Piumini
dal romanzo omonimo pubblicato da Einaudi Ragazzi
con Ippolito Chiarello
adattamento e regia Tonio De Nitto
musiche originali Paolo Coletta  | costumi Lapi Lou | luci Davide Arsenio | tecnico Antonio Longo | organizzazione Francesca D’Ippolito 

coproduzione Factory compagnia transadriatica, Fondazione Sipario Toscana | in collaborazione con Nasca Teatri di Terra

Premio Eolo Award 2020 – miglior spettacolo dell’anno
Menzione speciale della giuria – Festival Festebà 2021

età: dagli 8 anni
durata: 50′

Mattia e il nonno è un piccolo capolavoro scritto da Roberto Piumini, uno degli autori italiani più apprezzati della letteratura per l’infanzia. In una lunga e inaspettata passeggiata, che ha la dimensione forse di un sogno, nonno e nipote si preparano al distacco, a guardare il mondo, a scoprire luoghi misteriosi agli occhi di un bambino, costellati di incontri magici e piccole avventure pescate tra i ricordi per scoprire, alla fine, che non basta desiderare per ottenere qualcosa, ma bisogna provare e soprattutto non smettere mai di cercare. In questo delicato passaggio di consegne il nonno insegna a Mattia, giocando con lui, a capire le regole che governano l’animo umano e come si può fare a rimanere vivi nel cuore di chi si ama. Una tenerezza infinita è alla base di questo straordinario racconto scritto con dolcezza e grande onirismo. Un lavoro che ci insegna con gli occhi innocenti di un bambino e la saggezza di un nonno a vivere la perdita come trasformazione e a comprendere il ciclo della vita.
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EOLO AWARD 2020 MIGLIO SPETTACOLO DELL’ANNO motivazione:
Per aver proposto con estrema poesia e delicatezza, traendolo dal libro omonimo di Roberto Piumini, il tema della morte, così spinoso da offrire al pubblico dei ragazzi. Per mezzo dell’interpretazione felice e leggera di Ippolito Chiarello, lo spettacolo, si muove sulla sapiente e immediata riscrittura che Tonio De Nitto ha fatto del libro. La narrazione dell’interprete ci accompagna amorevolmente, mano nella mano, in compagnia del piccolo Mattia e di suo nonno, che da poco lo ha lasciato, in un viaggio fantastico attraverso uno scenario sempre vivo e pulsante, che ci farà comprendere in modo poeticamente profondo come tutte le persone che abbiamo amato, non spariranno mai, rimanendo in maniera durevole dentro di noi.

MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA Festival Festebà Motivazione:
La giuria di Festebà 2021 assegna la menzione speciale allo spettacolo “Mattia e il nonno” per l’abilità attoriale. Ippolito Chiarello con la propria capacità interpretativa, ricca di mimica e gestualità, è riuscito a dipingere due mondi: quello dei nonni di una volta e quello dei bambini. Con un sapiente uso della voce, l’attore, solo in scena, ha proposto un tema particolarmente doloroso e complesso da trattare con estrema delicatezza, lasciando un sentimento di serena accettazione per un evento che tocca la vita di tutti noi.

Recensioni:
(…) Potente, nel suo carattere sincero e onirico, il racconto che Tonio De Nitto, con la complicità interpretativa del bravo Ippolito Chiarello, trae da Mattia e il Nonno, bel romanzo omonimo di Roberto Piumini. Ne scaturisce un monologo, già apprezzato in altri festival e segnalato dal critico e grande esperto Mario Bianchi per il prestigioso Premio Eolo, che è la storia di un bambino posto di fronte alla realtà della fine della vita. Lo spettatore, allora, si trova immerso in una dolorosa veglia funebre, e quindi nell’elaborazione del lutto, dunque nella crescita umana e esistenziale del giovane Mattia posto di fronte alla perdita di una persona cara. È un sogno, pieno di colori e di fantasia che il piccolo vive nell’immaginazione, frutto di fantasia e di ricordo, evocando una mirabolante, incredibile, divertente e tenera passeggiata con il nonno che se ne sta andando, là bloccato sul letto di morte, ma che rimarrà sempre nel cuore del bambino.
Andrea Porcheddu, Gli Stati Generali (glistatigenerali.com)
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Si fa un gran parlare negli ultimi tempi della necessità di trovare forme e temi non consolatori per il teatro dedicato alle nuove generazioni (tema affrontato anche qui). In questo senso le parole del Leone d’Argento Jetse Batelaan hanno dato un riscontro importante e rappresentato un significativo attivatore di riflessioni e discussioni. Tonio De Nitto(pensiamo anche un lavoro come La bisbetica domata di qualche anno fa) ha spesso impostato il proprio lavoro di regista per il teatro ragazzi cercando un approccio intermedio in grado di attraversare diverse fasce di età, quello internazionalmente definito come tout-public. Questo obiettivo dunque dovrebbe essere la strada maestra per il teatro di chi guarda alle giovani generazioni volendo però coinvolgere anche gli adulti. Al festival salentino I teatri della Cupa alcune tra le migliori esperienze sono state proprio quelle pensate per un pubblico trasversale e la nuova produzione di De Nitto, regista della Factory Compagnia Transadriatica(che organizza il festival insieme a Principio Attivo Teatro) e direttore artistico con Raffaella Romano, lavora su una complessità in grado di parlare a diversi target di spettatori, attraversando molteplici contesti e sensibilità. Mattia e il nonno nasce dalla penna di Roberto Piumini, nel 1999 in forma di romanzo, per poi trovare forma spettacolare grazie al lavoro di adattamento e riscrittura operato dallo stesso De Nitto il quale, a ragione, in questo caso, va nella direzione un minimalismo scenico funzionale al racconto. Sul palco dellaSaletta Della Cultura di Novoli il racconto è affidato alla sola presenza di Ippolito Chiarello.Attraverso una prima persona decisa ma non ingombrante, l’interprete è in grado di farsi veicolo per lo spettatore tra le immagini e i simboli di Piumini, si muove a proprio agio tra i colori pastello e l’ironia morbida dell’autore: un po’ mattatore, un po’ cantastorie distaccato, portavoce disincantato di un rito di passaggio. Se da un lato lo scrittore bresciano consegna al pubblico un materiale, come la morte di un nonno, tutt’altro che consolatorio per un giovane pubblico, la prosa qui si fa strada tramite una ricerca di leggerezza che, in virtù della volontà di astrarre elementi favolistici inseriti in un contesto invece reale, ricorda alcune piccole epopee di Italo Calvino ma anche alcuni tratti di tanta letteratura più vicina al realismo magico. La famiglia è in silenzio al capezzale del nonno morente, quando Mattia ode nettamente l’uomo pronunciare parole che sarebbero impossibili: «Andiamo a passeggio?». Poco importa se sia l’inizio di un sogno a occhi aperti, di un viaggio tutto mentale, di un piccolo miracolo metafisico o di un accadimento soprannaturale; Mattia a passeggio con il nonno ci andrà per davvero e affrontare quel piccolo viaggio vorrà dire per lui affrontare l’ineluttabilità della morte, quel tragico inganno della vita che altro non lascia se non il ricordo della persona amata. Il viaggio iniziatico di Mattia si svolge tra piccoli insegnamenti e simboliche trasformazioni: più i due si allontanano dal capezzale e più il nonno rimpicciolisce; al contrario, il ragazzino matura fino a poter affrontare la morte del parente.
Andrea Pocosgnich, “Guardare in faccia la morte…e commuoversi”, Teatro e Critica (teatroecritica.it)
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Tanti si sono trovati a dover dire a un bambino che qualcuno al quale era legatissimo non c’è più. E a non trovare le parole per farlo. Come si spiega l’inspiegabile, il distacco definitivo, la morte di una persona amata? Come spesso succede, quelle parole che, nella vita risultano così difficili da pronunciare, la letteratura e il teatro le conoscono bene e le sanno mettere insieme in un racconto metaforico che arriva dritto al cuore di piccoli e grandi, riuscendo nell’impresa di consolare oltre a far comprendere. E’ ciò che succede con il nuovo spettacolo teatrale di Factory compagnia transadriatica coprodotto da Fondazione Sipario Toscana in collaborazione con Nasca Teatri di terra, “Mattia e il nonno” basato sull’omonimo romanzo di Roberto Piumini, uno degli autori italiani di letteratura per l’infanzia più sensibili e amati, presentato nei giorni scorsi in doppia replica all’interno del Festival Kids a Lecce. Il regista, Tonio De Nitto, nel suo adattamento, fa interpretare il dialogo tra nonno e nipote da un solo attore in scena, Ippolito Chiarello, che ritorna dopo molti anni al teatro ragazzi e lo fa portando quel garbo che da sempre gli appartiene in una storia che alterna sorrisi e commozione. In una lunga e inaspettata passeggiata, dentro una dimensione onirica alimentata da un sapiente gioco di luci, il nonno e Mattia si preparano al distacco, guardando il mondo e scoprendo luoghi misteriosi agli occhi di un bambino, costellate di incontri magici e piccole avventure pescate tra i ricordi, per scoprire, alla fine, che non basta desiderare per ottenere qualcosa, ma bisogna provare e, soprattutto, non smettere mai di cercare. In questo delicato passaggio di consegne, il nonno insegna a Mattia, giocando con lui, quali sono le regole che governano l’animo umano e come si può fare a rimanere vivi nel cuore di chi si ama. “Come stai nonno?”, chiede il bambino nel momento clou del racconto. E il nonno risponde: “Benissimo, Mattia. Un Bambino è un bel posto per viverci”. Il segreto per elaborare un distacco, in fondo, è semplice: basta capire che non ci si vede più con gli occhi, ma col cuore si sta anche più vicini. L’amore che si introietta, facendo una bella inspirazione, diventa parte di noi e non ci abbandona mai. Tenerezza, delicatezza, incanto e sogno sono gli ingredienti che colpiscono e restano negli spettatori che assistono a questo spettacolo, dal finale ad alto tasso emotivo, da dove non si esce senza aver versato qualche lacrima. Un lavoro che sta conquistando addetti ai lavori (sono già ijn programma circa 50 date da qui ad aprile) e critici. Il sito klpteatro.it lo ha inserito tra i dieci spettacoli di teatro-ragazzi più belli del 2019, insieme a un altro della stessa compagnia salentina “Corri, Dafne” scritto e interpretato da Ilaria Carlucci. A firmare l’articolo Mario Bianchi che ogni anno organizza gli Eolo Awards, l’equivalente degli Ubu per il teatro ragazzi. Chissà che questa citazione non possa fare da apripista a una (meritata) candidatura.
Ilaria Marinaci, Quotidiano di Puglia


Biglietti
Bambin* 7€ , adult* 10€ , promo 1 adult* +1 bambin* 15€

Acquisto online

 NB: La partecipazione agli eventi richiede l’esibizione del green pass, dai 12 anni in su, secondo le normative covid 19 vigenti.