19/11/2015 - 20/11/2015

giovedì 19 e venerdì 20 novembre ore 21 | teatro
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
UNA GIOVINEZZA ENORMEMENTE GIOVANE
ispirato ai testi di Pier Paolo Pasolini
di Gianni Borgna
regia Antonio Calenda
con Roberto Herlitzka
scene Paolo Giovanazzi
luci Nino Napoletano
produzioneTeatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con Mittelfest 2013
Lo spettacolo va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste

Roberto Herlitzka, uno degli interpreti italiani di più intenso spessore poetico e drammatico in uno spettacolo che rende omaggio al pensiero di Pasolini poeta, scrittore, profeta.


Uno spettacolo singolare, costruito attorno a un monologo presagio, quasi divinatorio che da un lato fa omaggio al pensiero di Pier Paolo Pasolini attraverso l’evocazione della sua opera letteraria e poetica, e dall’altro sancisca la grande capacità profetica dello scrittore, sul piano sociale e politico.

Il progetto che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia costruisce su Pier Paolo Pasolini, si sviluppa attorno a questo nucleo concettuale, all’idea – condivisa dall’autore Gianni Borgna e dal regista Antonio Calenda, di riflettere, attraverso le parole di Pasolini, sul mondo attuale, che egli aveva in qualche modo già intuito e adombrato nei suoi scritti. Ne nasce una messninscena rievocativa ma anche profondamente evocativa della sua capacità di “vedere politicamente” la società ed i suoi mutamenti. Un “vedere politicamente” di cui l’autore del monologo Gianni Borgna, è un vero testimone culturale. Egli infatti – da segretario della FGC romana – ebbe modo di essere molto vicino a Pasolini, di conoscerlo direttamente, di sperimentare la generosità con cui si dedicava ai giovani di sinistra, nei quali ravvedeva il virgulto di una realtà allora in forte divenire. Successivamente Borgna – che ha ricoperto la carica di Assessore alla Cultura del Comune di Roma per 12 anni ed è stato anche presidente dell’Auditorium della Musica nella capitale – si è dedicato con profonda attenzione allo studio della figura e del pensiero pasoliniano, di cui è profondamente competente (basti ricordare il saggio firmato a quattro mani con Adalberto Baldoni Una lunga incomprensione. Pasolini fra destra e sinistra e il suo impegno, recentemente, nel far riaprire il caso sulla morte dell’intellettuale presso la Procura della Repubblica di Roma). E proprio dalla sua morte – sempre rimasta oscura – Antonio Calenda trae ispirazione per l’incipit dello spettacolo: una musica, un colpo nel buio, un corpo a terra. Un’immagine forte che segnerà lo spettacolo e da cui il protagonista avvia il propio monologare. Come se Pasolini stesso fosse testimone della propria fine e in quel misterioso istante, si lasciasse andare a un flusso di riflessioni sul mondo che ha lasciato e sulle sue evoluzioni di cui non potrà più essere testimone critico e acuto, pur avendole intuite: l’immagine di una Roma così diversa dalla sua, città multietnica, con l’idea che il bene più grande sia la ricchezza, che la storia e la cultura non possano essere che quelle borghesi… Temi con cui oggi quotidianamente ci confrontiamo, confliggiamo e che il suo pensiero, la sua ricchezza poetica, ci insegnano ancora ad attraversare con la necessaria consapevolezza. I riferimenti a tale pensiero pasoliniano, e al corpo della sua opera letteraria pervaderanno dunque il monologo, che Antonio Calenda ha scelto di affidare a Roberto Herlitzka, uno degli interpreti di più intenso, misterioso spessore poetico e drammatico della scena italiana. Un attore che già nell’aspetto morfologico evoca un’appartenenza al mondo pasoliniano e che con lo Stabile del Friuli Venezia Giulia ha grande intrinsecità: è infatti uno dei professionisti di riferimento, protagonista di alcuni fra i momenti più alti dell’attività di produzione (ricordiamo almeno i premiati ruoli di protagonista in spettacoli come La Mostra di Claudio Magris, Re Lear di Shakespeare).
Lo spettacolo va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste

Roberto Herlitzka si è diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e alla scuola di Orazio Costa, con cui ha realizzato spettacoli quali Dodicesima Notte di W. Shakespeare e Tre Sorelle di Cechov, Vita nuova di Dante e Prediche di Savonarola. Tra gli innumerevoli spettacoli teatrali ricordiamo: Otello di Shakespeare, Il nipote di Rameau di Diderot, Zio Vania di Cechov per la regia di Gabriele Lavia; Il ventaglio di Goldoni e Misura per misura di Shakespeare per la regia di Luigi Squarzina; La locandiera di Goldoni per la regia di Giancarlo Nanni; Nathan il saggio di Lessing e Broken glass di Miller per la regia di Mario Missiroli; Il misantropo di Molière per la regia di Walter Pagliaro; Zio Vania di Cechov per la regia di Peter Stein; Gelo di Bernhard per la regia di Teresa Pedroni. Con Antonio Calenda è stato un memorabile Prometeo nel testo di Eschilo, presentato a Siracusa nell’ambito del Festival del 1994, e sempre con la stessa regia, questa volta prodotto dal Teatro Stabile del Friuli- Venezia Giulia, protagonista dell’Edipo a Colono di Ruggero Cappuccio. Operazione senz’altro da ricordare quella dell’ExAmleto di cui Herlitzka è stato, oltre che l’unico protagonista, anche il regista. Nell’edizione dell’Agamennone eschileo messa in scena al Teatro Greco di Siracusa nel 2001, ha interpretato il toccante ruolo della Scolta. Notevole il successo ottenuto quale protagonista de La mostra, di Claudio Magris, diretto da Antonio Calenda. Con lo stesso regista ha interpretato il messaggero ne I Persiani al Teatro Greco di Siracusa nel 2003. Lasciami andare madre lo ha visto nel ruolo di una donna, diretto da Lina Wertmüller, con la regia di Ruggero Cappuccio ha interpretato Lighea. Per quanto riguarda l’attività cinematografica, ha lavorato con molti registi tra i quali Roberto Faenza, Salvatore Piscitelli, Luigi Magni, Paolo Rosa, Peter Del Monte, Fabio Rosi, Marco Bellocchio, Lina Wertmüller, Luigi Comencini. Fra i titoli si ricordino almeno Marianna Ucria, Buongiorno notte di Bellocchio ¬che gli è valso il Nastro d’Argento, e i più recenti Il rosso e il blu di Giuseppe Piccioni, Bella addormentata ancora con Bellocchio e La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Nel 2013 gli è stato tributato il Nastro d’Argento alla carriera. Ha ottenuto tutti i più prestigiosi riconoscimenti teatrali fra cui il Premio Ubu, il premio alla carriera dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro, il Premio Eti-Olimpici del Teatro.

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