08/12/2018 Teatro

sabato 8 dicembre ore 21 | teatro
in collaborazione con Le vie dei Festival
Teatro Comunale Giuseppe Verdi – Pordenone
SENZA PARLARE
un progetto about:blank
da un’idea del Centro Benedetta D’Intino di Milano
drammaturgia e regia Lisa Moras
con Marco S. Bellocchio e Caterina Bernardi
scenografia e costumi Stefano Zullo
musiche e disegno luci Alberto Biasutti
assistente alla scenografia Martina Dimastromatteo
produzione Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone
con il sostegno di Fondazione Friuli

Lo spettacolo racconta la persona dietro alla disabilità, i desideri e la vita di un’adolescente, in un periodo di cambiamento, di voglia di crescere, ma anche di incomprensioni e difficoltà comunicative con chi adulto lo è già.

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Senza Parlare racconta la persona dietro alla disabilità, i sogni, i desideri e la vita di un’adolescente, la cui fascia d’età per antonomasia è periodo di cambiamento, di voglia di crescere, di esprimersi ma anche di normali incomprensioni, difficoltà comunicative con chi adulto lo è già. E cosa succede a una persona che fin da bambina non può parlare, che da sempre fatica a comunicare, ora che sta diventando adulta? A questa e ad altre domande — legate al mondo di chi non può usare i mezzi che tutti conosciamo per comunicare ma deve cercare strategie nuove, utilizzare modi e tecniche differenti, difficili — si cercano risposte nell’indagine della relazione parentale di un fratello che decide di diventare il tutore dell’amata sorella, proprio oggi, giorno del suo ingresso nel mondo dei grandi.

La storia
Sara compie 18 anni, oggi è il suo compleanno. Il giorno in cui dovrebbe di diritto accedere all’età adulta è quello in cui suo fratello maggiore, Marco, diventa suo tutore e decide di organizzarle una festa. Sara però non ha nessuna intenzione di festeggiare. È arrabbiata. Marco rappresenta simbolicamente tutti i familiari le cui vite sono legate alla condizione dei propri cari. Familiari che hanno fatto di tutto per riuscire a scovare, sotto il silenzio, una voce, la persona dentro il corpo e che dopo averla trovata hanno fatto il possibile perché questa persona potesse raccontarsi anche agli altri. Marco è un personaggio che porta in scena la scelta di chi si prende cura dell’altro. Scelta di cui diviene vittima nel momento in cui fronteggia la situazione sulla base di una prassi acquisita, dimenticandosi i principi base della comunicazione, anticipando le esigenze di Sara, scegliendo per lei prima di aver compreso il suo punto di vista, convinto di conoscerlo già. Marco, rappresenta uno specchio per Sara, non padre, non madre, ma fratello, più grande di lei ma giovane, il riflesso di tutto ciò che lei non sarà mai, libero di scegliere per sé, come tutti noi. Sara è un Io dentro un corpo spezzato, rappresenta la disabilità comunicativa più che la sua specifica patologia. Lei comprende tutto ciò che le succede attorno, sa cosa vuole con estrema precisione ma ci mette sempre molto tempo per comunicare e spesso rinuncia proprio perché troppo spesso non viene ascoltata. Sta attraversando un momento in cui i suoi desideri stanno cambiando, come per tutti gli adolescenti. È spiritosa, acuta, diretta, non si perde in giri di parole perché non può permetterselo. E a discapito della sua condizione a volte sceglie di chiudersi in sé stessa, rendendosi a tutti gli effetti irraggiungibile dal fratello.

Note di regia
Se Il testo racconta una vicenda in cui riconosciamo principalmente il dato umano, l’impianto scenotecnico e registico ci raccontano il mondo degli ausili, senza entrare nel dato clinico, lasciandogli quella patina di mistero e incanto che in qualche modo li rappresenta. La scena è una sorta di laboratorio in casa a metà fra l’artigianale e il tecnologico nel quale il dato umano e quello tecnico devono collaborare insieme per far funzionare un sistema che altrimenti si inceppa e si blocca. La struttura del laboratorio/casa simboleggia quel luogo in cui le famiglie devono lavorare per ottenere i risultati nel campo della comunicazione, è a casa che si svolge la maggior parte del lavoro ed è da qui che Marco, il fratello lavora a metà fra uno studio e un moderno open space. La scena è dunque uno spazio emotivo, ricco di rimandi al passato, necessari alla comunicazione ma funzionali anche al racconto per immagini, che ci aiuta a entrare e uscire dalla sfera della memoria dei personaggi, entrare nel mondo dell’immaginazione e del sogno.

Il progetto artistico di Senza Parlare
about:blank è un progetto teatrale che si sviluppa attorno all’idea di creare spettacoli fortemente legati al contemporaneo che mettano in dialogo la forma con la sostanza, elevando l’una al livello dell’altra in una sintonia costante fra la drammaturgia, l’attore, la scena, il sound, la programmazione, la regia. L’intento è quello di coniugare i mezzi tecnologici, artigianali e umani raccontando di una coesistenza possibile in cui solo l’equilibrio fra le parti può generare poesia, allegoria del contemporaneo che vorremmo. Nel 2015 vince il Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro con lo studio Porn Up Comedy, spettacolo dissacrante e ironico sul tema dell’incomunicabilità fra i generi e nel 2016 lo porta in produzione. Nello stesso anno avvia la collaborazione col Centro Benedetta D’Intino Onlus e produce il primo studio di Senza Parlare, poi selezionato dal Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone che produce lo spettacolo.
about:blank è sviluppato da Lisa Moras, regista, autrice e attrice formatasi a Milano al Teatro Arsenale e al Piccolo Teatro, successivamente alla Civica Accademia di Arte Drammatica Nico Pepe, ha collaborato con nomi importanti del panorama teatrale contemporaneo, tra cui Firenza Guidi, Serena Sinigaglia, Flavio Albanese, Gabriele Di Luca. Alberto Biasutti, fonico, sound designer e producer diplomato al SAE Institute di Milano. Ha collaborato con Amaury Cambuzat e Theo Theardo per album, spettacoli live e sonorizzazioni di film, successivamente in ambito televisivo nazionale nel settore tecnico. Stefano Zullo, diplomato in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera. Come scenografo di teatro ha firmato spettacoli con la regia di Serena Sinigaglia, Marcela Serli, Manuel Renga. Ha lavorato come assistente alla scenografia in prosa ed in lirica per allestimenti firmati da Maria Spazzi e da Maria Paola Di Francesco. Per la scenografia di Senza Parlare ha collaborato con Martina Dimastromatteo.

Le vie dei Festival, diretto da Natalia Di Iorio, è stato dal 1994 al 2017 un momento d’incontro, luogo di visioni privilegiate per gli spettatori più attenti che hanno voluto confrontarsi con tematiche e linguaggi attuali. ‘Festival dei festival’ ha sempre fatto dell’attività di scouting uno dei propri punti di forza, anticipando nuove tendenze e scommettendo su artisti e compagnie emergenti, che si sono poi affermati sui più importanti palcoscenici italiani ed internazionali.

www.leviedeifestival.com

https://www.comunalegiuseppeverdi.it