21/12/2013 Teatro

 sabato 21 dicembre ore 21

drammaturgia Francesco Prudente, Alice Fratarcangeli, Dario Vandelli
regia Francesco Prudente e Dario Vandelli

AlbAli Teatri

ingresso 5 euro

Una volta, secondo Sir George H. Darwin, la Luna eramolto vicina alla Terra. Furono le maree che a poco a poco la spinsero lontano: le maree che lei Luna provoca nelle acque terrestri e in cui la Terra perde lentamente energia.

Così ha inizio il primo racconto de Le Cosmicomiche, antologia di storie pseudoscientifiche e fantastiche che Italo Calvino pubblicò nel 1965. La distanza della Luna è la novella più surrealista tra quelle della raccolta, perchétrae spunto dalla fisica gravitazionale per lasciare via libera ad una fantasia di tipo onirico. È la leggenda di un popolo lontanissimo e del suo rapporto con la Luna che, in tempi remoti, si avvicinava talmente tanto alla Terra da sembrare che si bagnasse in mare. In notti chiare come il giorno, ma di una luce color burro, quando la Luna piena rotolava come un ombrello portato dal vento al largo degli Scogli di Zinco, una barca veniva condotta proprio sotto il satellite e da essa veniva innalzata una scala. È arrampicandosi su quei gradini che gli uomini iniziavano la scalata per ritrovarsi a testa in giù sul suolo lunare, a raccogliere la sostanza che, fermentando, dava origine ad un prezioso latte: esso costituiva la principale fonte di sostentamento del popolo diafano. È la storia del capitano, di sua moglie e del cugino sordo di Qfwfq, io narrante che ci accompagna durante tutta la storia, raccontandoci del suo amore per la moglie del capitano, dell’amore di lei per il cugino sordo e della totalizzante attrazione di questi per la Luna. Perché essa, nel passare vicino al mare e alle terre emerse, non attira sulla sua superficie soltanto piccoli animaletti, erbe, radici – che fermandosi sotto le sue scaglie e fermentando danno origine al latte lunare di cui questo popolo si nutre – ma anche gli esseri umani più sensibili, come il sordo. Proprio come un’amante è il satellite per questa creatura gentile: quando raggiunge il suolo atteso, egli viene a conoscenza di se stesso, in un modo in cui sulla Terra non si era mai saputo. Ed è per conoscerlo come lo conosce la Luna che la moglie del capitano lo segue in questo viaggio, dove incontra lui e se stessa, perchépur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così. Ha quindi due facce la Luna: quella della nutrice e quella della donna, diventando per questo antagonista della donna terrestre nel contendersi l’attenzione dell’uomo. Per identificarsi con Lei, per identificarsi con la Luna e quindi trovarsi a far parte dell’oggetto del desiderio dell’uomo che ama che la donna azzarda allora il tentativo estremo: quello di salire e di non scendere mai più, nemmeno quando le maree fanno allontanare il satellite per sempre. É per questo, secondo Italo Calvino, che la Luna ha un’anima: perchéla donna gliel’ha conferita, popolandola di se stessa, è lei che “rende Luna la Luna e che ogni plenilunio spinge i cani tutta la notte ad ululare…”

Nato da meno di un anno, il gruppo AlbAli Teatri vuole mettere insieme le esperienze acquisite da varie discipline praticate negli anni dagli artisti che partecipano al processo creativo. Il meccanismo che cerca di innescare Albali Teatri è di cernita, di dosaggio delle informazioni estratte da realtà personali e collettive e di trasformazione delle stesse, attraverso un ben strutturato cammino artistico, in significato. Partendo dal corpo e dallo spazio vuoto, l’uomAttore si dedica al Dolore, all’Amore, al Sacrificio, alla Rabbia e con semplicità restituisce allo spettatore, distruggendo l’ambiente protetto della platea, l’esperienza. Portandolo sulla scena, l’attore comunicherà attraverso se stesso con quello che da spettatore si trasforma in testimone del fatto reale e con la fatica del movimento, arriverà alla parola. Albali Teatri mette a disposizione il proprio lavoro, carico di significati tali che lo spettatore non assista ad una semplice messa in scena ma partecipi ad un’esperienza condivisa con chi ha pensato e ha avuto necessità di comunicare.

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