sabato 2 aprile ore 21 e domenica 3 ore 17.30 | teatro – danza
Teatro Metastasio di Prato | Ass. Sosta Palmizi
GLI ULTIMI GIORNI DI POMPEO di Andrea Pazienza
uno studio
di e con Massimo Bonechi, Riccardo Goretti, Giorgio Rossi
da un’idea di Riccardo Goretti
con l’amichevole consulenza di Marina Comandini in Pazienza
con la partecipazione speciale di Lucia Poli e David Riondino
sound e light design Giacomo Agnifili • costumi Chiara Lanzillotta • assistente alla regia Tommaso Carovani
consulenza grafica Stefano Roiz • direttore di scena Marco Mencacci • elettricista e fonico Giacomo Agnifili
coordinamento tecnico dell’allestimento Marco Serafino Cecchi • assistente all’allestimento Giulia Giardi
cura della produzione Francesca Bettalli e Camilla Borraccino • ufficio stampa Cristina Roncucci
foto, riprese video e immagine del manifesto Stefano Roiz
produzione Teatro Metastasio di Prato/ Ass. Sosta Palmizi • in collaborazione con STA – Spazio Teatrale Allincontro
durata 75’
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A trentacinque anni dall’uscita del capolavoro di Andrea Pazienza, uno spettacolo su “Pompeo”, rispettoso del testo fino alla sillaba e trasudante amore per l’opera originale.
“Vuoi mettere RISORGERE, risorgere, risorgere…” A.PAZ.
“Trentacinque anni fa, usciva “in edicola e libreria, per lire 12000” un libro destinato a entrare immediatamente nella leggenda, di quelli che, trentacinque anni dopo, qualche recensore da blog avrebbe certamente chiamato “instant classic”, un libro scomodo, feroce, commovente, sincero fino alla brutalità. Trentacinque anni dopo sarebbe stato chiamato “graphic novel”, ma allora era solo un libro. Il titolo: “Pompeo” (o “Gli ultimi giorni di Pompeo”, se si vuol stare ai vari riquadri che compaiono nel fumetto originale). L’autore, un ancora giovanissimo Andrea Pazienza. Trentacinque anni fa io che scrivo avevo cinque anni, e non potevo entrare in contatto col mondo di Paz, soprattutto non cominciando da questa storia di droga e disperazione (e altissima poesia, intendiamoci subito). L’ho fatto qualche tempo dopo, e da lì in poi nulla è stato più lo stesso: ebbene sì, Andrea Pazienza, e questa opera in particolare di Andrea Pazienza, è un game changer. Prima di conoscerlo sei una persona, dopo che l’hai conosciuto, un’altra. Non si cambia radicalmente, ma si cambia, sì, si cambia, a leggere Andrea Pazienza. Nel mio umorismo, ma più in generale nel mio percorso artistico, dal che col tempo sono diventato uno scrittore e narrastorie, mi piace pensare che ci sia tanto dell’immaginario di Paz. E dunque è arrivato il tempo di restituirgliene pubblicamente merito.” Riccardo Goretti
Note di regia
Note di regia
Qualche anno fa, a un laboratorio di drammaturgia, mi venne l’idea di portare, come testo da analizzare, proprio questo “Pompeo”. Chiaramente, utilizzare solo il testo di una storia a fumetti, senza le tavole annesse, è un’operazione che nel 99% dei casi si rivela di interesse piccolo, o nullo. Ma, lo scoprii insieme ai ragazzi quel giorno, anche se lo sospettavo molto, NON in QUESTO caso. La storia (autobiografica? Fino a che punto? Se ne discute spesso. Ma ci interessa davvero?) degli ultimi giorni di un eroinomane convinto di togliersi la vita, se narrata senza l’ausilio degli stupendi disegni di Pazienza, non perde un grammo della sua epicità, della sua profondità, del suo dramma – nel senso più etimologico che si possa immaginare. Certo, diventa una cosa leggermente differente, e va saputa trattare coi guanti. Da qui l’idea di questa messa in scena, tanto ponderata, tanti anni dopo la prima volta che ho sfogliato quelle pagine. Il desiderio di una cura particolare mi aveva sempre fatto rimandare questo momento. Ma i miei collaboratori di questo giro sono delle sicurezze: Massimo Bonechi, regista e attore con cui ho già affrontato svariate avventure progettuali, è intanto un grande appassionato di fumetti. Ma più che altro è un artista della cura. Meticoloso, attento, sensibile in ogni gesto. Giorgio Rossi è un danzatore e coreografo che non ha nessun bisogno ch’io lo presenti da queste poche righe. Ma a questo si deve aggiungere – e forse non tutti lo sanno – che era un grande amico di Andrea. E per questo anche lui è una garanzia di attenzione a ciò che andremo a fare. Infine, se ce ne fosse ancora bisogno, ci confronteremo costantemente con Marina Comandini, moglie di Andrea Pazienza e da trent’anni scrupolosa curatrice della sua legacy, artista a sua volta, straordinaria disegnatrice. Dunque, voglio e vogliamo credere che dopo trentacinque anni questa opera straziante e meravigliosa vada a cadere, nella sua restituzione scenica, nelle migliori mani possibili, ora che ci siamo permessi di passare dal pensiero all’azione. Per me è un privilegio già solo scrivere questa breve presentazione, e ciò mi rende convinto che uno spettacolo su “Pompeo” – rispettoso del testo fino alla sillaba, trasudante amore per l’opera originale in ogni faro acceso e gesto scenico – sia in questo momento la cosa giusta da fare. Riccardo Goretti
Massimo Bonechi è attore e regista teatrale, classe 1973. Nel 1996 è tra i fondatori della compagnia Edison Teatro con la quale vince il premio “Il debutto di Amleto 2003” con lo spettacolo “Fantasmi”. Dal 2003 al 2010 lavora come aiuto-regista di Ugo Chiti con la Compagnia dell’Arca Azzurra partecipando alla realizzazione di spettacoli come “Amleto Moleskine”, “La Genesi” e “Decamerone”. Lavora come attore in numerosi spettacoli, fra cui sono da segnalare “Passaggi” diretto da Remondi e Caporossi, “Io sto bene” e “Bunker Opera” diretto da Alessandro Fantechi, “La risiera di San Sabba” di Renato Sarti, con la Compagnia Il Laboratorio diretta da Dimitri Frosali. Dal 2006 al 2012 è collaboratore artistico e regista presso il Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino per il Festival Intercity. Nel 2014 si diploma come Operatore di Teatro Sociale presso la scuola “Oltre le parole” di Roma e fonda l’associazione STA – Spazio Teatrale All’incontro con cui comincia a rivolgere la sua attenzione al teatro sociale attraverso l’organizzazione di percorsi rivolti a disabili, non vedenti, migranti e giovani svantaggiati. Nel 2016 inizia a collaborare con l’attore e autore teatrale Riccardo Goretti promuovendo il progetto RitrovArci per Arci Toscana e realizzando lo spettacolo teatrale “Gobbo a Mattoni”, vincitore nel 2017 del premio Inventaria. Con Goretti realizza numerosi altri progetti, fra cui i due spettacoli “Io sono Partito” e “Wonderful”. Nel 2018 realizza un piccolo sogno: con il supporto di Arci Prato, inaugura una piccola biblioteca teatrale presso la sede di STA, che poi promuove sul territorio in collaborazione con il Teatro Metastasio.
Riccardo Goretti
Riccardo Goretti, classe 1979, è autore, scrittore e attore di teatro e cinema dal 2003. Dopo un inizio nel teatro-ragazzi, che è stata sua palestra e formazione, si affaccia al panorama nazionale con la compagnia Gli Omini e il progetto “CrisiKo!”, finalista al Premio Scenario nel 2007. Collabora con Gli Omini fino al 2012, anno in cui si distacca dalla compagnia per iniziare una carriera da solista-freelance che lo porta a recitare nei palchi più importanti di Italia e del mondo (dal Piccolo di Milano all’Odeon di Parigi, Dalla Biennale di Venezia al Cena International di Rio de Janeiro). Collabora con Lucia Calamaro, Massimiliano Civica, Silvio Orlando, Liv Ferracchiati, Lorenzo “Colapesce” Urciullo, Cristian Ceresoli, Paolo Hendel e tanti altri nomi del teatro e dello spettacolo contemporaneo. Nel 2015 vince i Teatri del Sacro con “Delirium Betlem” di Alberto Salvi. Nel 2017 vince il Festival Inventaria OFF come migliore monologo con “Gobbo a Mattoni” insieme a Massimo Bonechi. Nel 2020 “La Tragedia è finita Platonov” di Liv Ferracchiati (spettacolo di cui è protagonista) riceve una menzione speciale alla Biennale di Venezia. È anche formatore teatrale da oltre dieci anni e tiene laboratori di specializzazione in tutta Italia. Nel 2018 la Titivillus ha dedicato ai suoi primi monologhi il volume retrospettivo “Una vita straordinaria – il teatro di Riccardo Goretti dal 2011 al 2018”. Per cinema e televisione ha collaborato con Netflix, Fabula Pictures, Wildside, il Terzo Segreto di Satira, il collettivo John Snellinberg.
Giorgio Rossi
Giorgio Rossi come direbbe E. Satie‚ “è un mammifero danzante”. All’età di 4 anni‚ vedendo il clown svizzero Dimitri, ha capito che il teatro era la sua vita. Deve la sua fortuna artistica all’aver potuto assistere ai lavori di grandi maestri (Kantor, Brook, Bausch, Carlson…) e, con alcuni‚ ha imparato l’arte scenica‚ sia come allievo che come interprete. Nel 1984‚ è co–fondatore del collettivo Sosta Palmizi. In questi anni collabora con artisti di altri campi, come: P. Fresu, B. Bertolucci, T. Guilliam, S. Benni, P. Turci, L. Poli, D. Riondino, P. Rossi, Banda Osiris, G. Mirabassi, M. Rabbia, M. Baliani e tanti altri; partecipa come danzatore autore nella trasmissione Vieni via con me di R. Saviano e F. Fazio. Nel 2013 cura tutti i movimenti della Carmen di Bizet con L’Orchestra di piazza Vittorio. Nel 2014 crea Sulla Felicità con 12 danzaattori artisti associati della Sosta Palmizi e nel 2015, con Simone Sandroni, Da Dove Nascono le Stelle. Nel 2016 crea lo spettacolo Con il naso all’insù e nel 2018 debutta con Costellazioni. Pronti, partenza… spazio! entrambi dedicati al mondo dell’infanzia. Nello stesso anno è interprete, in uno dei ruoli principali, in Gran Circo Rossini, produzione Fondazione Pergolesi Spontini e El Grito. Nel 2019 è curatore della residenza formativa e creativa presso l’École des Sables di Dakar, (Senegal) per il progetto di scambio “Italie, Culture, Afrique” dal cui prende vita Le Mélange des Anges. Il 2020, vede Giorgio Rossi impegnato in una nuova produzione: Esercizi di Fantastica, omaggio in danza a Gianni Rodari. Nello stesso anno, insieme all’astrofisico Stefano Sandrelli e l’attrice Maria Eugenia D’Aquino, crea Black Black Sky 2020 – performing universe. Nel 2021 è impegnato nella creazione di una nuova versione di Black Black Sky– performing universe, fruibile in streaming e nella nuova produzione Gli ultimi giorni di Pompeo, protagonista dell’opera multidisciplinare il noto fumettista Andrea Pazienza (testo originale) e la sua arte, uniti al linguaggio teatrale degli attori Riccardo Goretti e Massimo Bonechi. Giorgio Rossi svolge da molti anni, in Italia e all’estero, una sensibile attività legata alla formazione in cui laboratori e collaborazioni con scuole di danza, teatro e circo contribuiscono alla diffusione dell’arte coreutica.
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