30/09/2017

sabato 30 settembre ore 21 | teatro
CADMO | Le vie dei Festival | Teatro d’Aosta
GIOBBE
storia di un uomo semplice
di Joseph Roth
adattamento e regia Francesco Niccolini
con Roberto Anglisani
consulenza letteraria e storica Jacopo Manna
costumi Mirella Salvischiani
produzione Roberto Anglisani/ Teatro d’Aosta

dal Festival de I Teatri del Sacro

“Giobbe” – romanzo perfetto di Joseph Roth – diventa un racconto teatrale tragicomico proprio come la vita, dove si ride e si piange, si prega e si balla, si parte, si arriva e si ritorna, si muore in guerra e si rinasce.


«Più di cento anni fa, in Russia, al confine con la Polonia, in un villaggio così piccolo che non è riportato su nessuna mappa, viveva un maestro. Si chiamava Mendel Singer. Era un uomo insignificante. Era devoto al Signore. Insegnava la Bibbia ai bambini, come prima di lui aveva fatto suo padre. Insegnava con molta passione e poco successo. Uno stupido maestro di stupidi bambini: così pensava di lui sua moglie Deborah».
Così inizia questo racconto, che attraversa trent’anni di vita della famiglia di Mendel Singer, di sua moglie Deborah e dei suoi quattro figli. Ma attraversa anche la storia del primo Novecento, dalla Russia all’America, dalla guerra russo giapponese alla prima guerra mondiale e oltre. Ma soprattutto attraversa il cuore di Mendel, lo stupido maestro di stupidi bambini, devoto al Signore, e dal Signore – crede lui – abbandonato.
Roberto Anglisani dà voce a tutti i pensieri dei protagonisti, alle paure, alle speranze e alla disperazione, alle preghiere e alle rivolte. Come dice Skowronnek, grande amico di Mendel Singer, «Noi siamo dentro il disegno, e il disegno ci sfugge», per questo Mendel – e tutti gli altri – fanno tanta fatica: la vita è un mistero, la fede un rifugio, e il dolore mette a dura prova anche l’uomo più giusto.
“Giobbe” – romanzo perfetto di Joseph Roth – diventa così un racconto teatrale tragicomico proprio come la vita, dove si ride e si piange, si prega e si balla, si parte, si arriva e si ritorna, si muore in guerra e si rinasce. Senza giudizio, senza spiegazioni: ma, attraverso lo sguardo mite e sereno di un narratore misterioso e onnisciente, ricco di compassione e accompagnati da un sorriso, lieve, dolcissimo, che spinge tutti i protagonisti di questa storia, lunga quanto una vita, e forse anche un po’ di più.

Roberto Anglisani (1955) inizia la sua carriera artistica a Milano, nella Comuna Baires. In questo gruppo riceve una specie di “imprinting teatrale” basato sul principio che l’attore deve essere un portatore di verità in scena. Comincia così il suo percorso di studio del Metodo Stanislawskj, cui seguiranno esperienze di training fisico con attori di Grotowsky e con altri maestri come Raul Manso (Studio dell’Attore – Milano) e Dominic De Fazio (Actor’s Studio – New York). Intorno alla metà degli anni 80 incontra Marco Baliani e, lavorando con lui, trova nel linguaggio della narrazione teatrale la possibilità di mettere a frutto le esperienze fatte durante la sua formazione.

Le vie dei Festival, diretto da Natalia Di Iorio, è un momento d’incontro, luogo di visioni privilegiate per gli spettatori più attenti che vogliono confrontarsi con tematiche e linguaggi attuali. ‘Festival dei festival’, che da sempre presenta spettacoli e compagnie scelte tra le migliori delle manifestazioni dell’estate.

www.leviedeifestival.com
https://robertoanglisani.wordpress.com/