25/01/2014 Teatro

Sabato 25 gennaio ore 16.00

Rassegna spettacoli al tramonto

Tracce

di e con Marco Baliani

Tracce, ispirato all’omonima raccolta di aforismi e parabole di Ernst Bloch, è un racconto “diluito” il cui filo conduttore è rappresentato da quattro parole: “Stupore”, “Incantamento”, “Infanzia” e “Racconto”. Ogni parola è protagonista per un’intera settimana di una narrazione ricca di ri- cordi, pensieri ed emozioni personali, ma anche di citazioni letterarie (oltre allo stesso Bloch, anche Rilke, Benjamin, Chatwin…) e di scelte musicali affini e evocative: Bjork, Sainko, John Lurie, e, nella tredicesima puntata, l’unico brano non strumentale: La cattiva strada di Fabrizio De André.

Presento questa mia ricerca teatrale con il termine “studio”; non solo per me Tracce è un’opera non terminata, ma pretenderebbe di mai terminare. Provate ad immaginare una scultura che in sé potrebbe evolversi in molte direzioni e che continua invece a vivere come un abbozzo continuo, una traccia di significati ancora da assumere, di immagini ancora da evocare. D’altronde la traccia è ciò che di labile si lascia dietro, è un segno di scoperta, le tracce raccontano sempre qualcosa.
Quando ho letto Tracce di Bloch, che è all’origine di questa impresa, mi è accaduto qualcosa del genere e allora mi sono detto: sarà possibile anche in teatro creare una condizione di ascolto immaginativo, dove si possa, come dice Bloch, “pensare affabulando”, dove le direzioni (anche formali, di linguaggi usati) siano molteplici, aperte, non linearmente definibili?
Lo stupore e l’incantamento, due dei temi che mi hanno guidato, sono luoghi che visito di sovente nel mio lavoro d’attore o quando guido altri attori, sono due sostanze profonde dell’atto teatrale.
Vorrei presentare queste sostanze attraverso una specie di mappa, di costellazioni narrative diverse, come un ronzio multiforme di racconti, aneddoti, ricordi, poesie, digressioni, riflessioni, domande.
Vorrei alla fine che gli ascoltatori fossero sconcertati, dispersi, ma colmi di altre memorie non dette, desiderosi di aggiungere altri racconti alla collana, di completare non il mio, ma il loro percorso all’interno della mappa.”
Marco Baliani

 

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