
sabato 22 novembre ore 12 • flash mob
partenza da Lungomare Paolo Toscanelli – di fronte al civico 190
conclusione al Teatro del Lido di Ostia
• La casa di ciascuna
LA PROCESSIONE DELLE MEDEE
testi da Medea di Pier Paolo Pasolini
direzione artistica e messa in scena Caterina Vertova
docenti Oretta Bizzarri, Selene Gandini, Maria Grazia Sarandrea
partecipanti al progetto Adriana Borgione, Nicoletta Caiazzo, Donatella Carnevale, Dayse Suellen Cosa Da Silva, Arianna Cupolo, Iolanda D’Aiuto, Elisa Faggi, Pasquina Maizzi, Margarita Ruth Meza Martell, Fabiana Soru, Marie Krunano, Rosaria Muccitelli, Chiara Gizzi, Rosalba Aguanno, Cristina Ravera
assistente Alessia Francesca Brandimarte
organizzazione e comunicazione Anna Rosaria Forno
fotografo di scena Alberto Musso
progetto grafico Max Camiti
evento gratuito
Una processione di donne di età e provenienze diverse attraversa il territorio come un rito laico, dando corpo alla Medea pasoliniana: figura arcaica e contemporanea, irriducibile e politica. Un rito collettivo che porta nello spazio pubblico memorie, canti e gesti antichi, trasformando il cammino in un atto di resistenza e libertà.
partenza da Lungomare Paolo Toscanelli – di fronte al civico 190 • conclusione al Teatro del Lido di Ostia
Medea è donna, straniera, conoscitrice di saperi antichi. È intelligenza e alterità, forza e coscienza critica del potere. Custode di una scienza che unisce medicina e magia, terra e corpo, vita e ferite. È “l’altra” colei che non si adatta, che rifiuta L’integrazione come unica forma di sopravvivenza. La sua esclusione diventa scelta, la solitudine, spazio vitale. Nel presente, dove i corpi fuori norma e le voci dissidenti restano ai margini, Medea incarna tutte le esistenze che non si piegano. È simbolo di una libertà radicale, di una femminilità che resiste. Da qui la Processione delle Medee: donne di età, corpi, provenienze diverse che emergono dal mare come da una memoria collettiva. Portano con sé canti spezzati, lingue perdute, gesti che raccontano senza spiegare. Camminano fiere, attraversano piazze, marciapiedi, scale, trasformando lo spazio pubblico in scena e rito.
Quando entrano nel teatro, non cercano finzione: il teatro diventa altare laico, luogo di verità. Le Medee non chiedono perdono, non offrono giustificazioni: esigono ascolto.
La Medea madre assassina si spegne: rimane la Medea politica, spirituale, irriducibile.
Figura arcaica e contemporanea, barbara e regina, è la Medea di Pasolini, scrigno di valori senza tempo. La Processione è un grido collettivo che afferma l’esistenza, la voce e la dignità delle donne come gesto politico e culturale.






