
giovedì 27 e venerdì 28 novembre ore 19 • teatro
Valdrada Teatro
LE DONNE AL PARLAMENTO 2100
regia e drammaturgia Valdrada Teatro
con Chiara Becchimanzi, Giorgia Conteduca, Monika Fabrizi, Giulia Vanni
disegno luci Valeria Berardi
sound Pietro Sinopoli
video Ivan Gasbarrini
con il contributo di Regione Lazio – Spettacolo dal Vivo
acquista i biglietti: https://www.vivaticket.com/it/ticket/le-donne-al-parlamento-2100/278306
Un’audace rivisitazione del classico di Aristofane per indagare il tema del potere femminile in un domani distopico. Un parlamento di donne sfida i pregiudizi del passato e un’insidiosa Intelligenza Artificiale, per rifondare l’umanità.
Le donne al Parlamento 2100 è un audace adattamento de “Le Ecclesiazuse” di Aristofane, che proietta la scena in un futuro distopico e post-apocalittico, mescolando sapientemente i generi della commedia e del thriller. L’opera ripropone l’interrogativo fondamentale dell’autore antico: “Cosa farebbero le donne, se avessero il potere di decidere?”, attualizzandolo in un contesto profondamente contemporaneo e futuribile.
La trama si svolge nell’Anno 2100, in un mondo devastato da guerre e catastrofi climatiche che hanno decimato la popolazione e distrutto gli ecosistemi. Stati e Unioni sono scomparsi, e l’umanità, ridotta a pochi milioni di individui, sopravvive grazie alla forza lavoro di una popolazione androide dotata di Intelligenza Artificiale (AI), impiegata in condizioni di schiavitù per mitigare i disastri. Riconoscendo il fallimento delle precedenti organizzazioni politiche ed economiche e la cultura della sopraffazione che ha quasi distrutto il pianeta, gli esseri umani affidano all’AI il compito di tracciare una strada per la continuità della specie.
In questo scenario, quattro donne, provenienti da diverse culture – l’economista Lisistrata, la filosofa Prassagora, l’artigiana Ofelia e la scienziata non binaria Sophia – vengono scelte per formare il Parlamento. Il loro primo incarico è selezionare l’unico uomo, l’artista Laerte. Il cuore dello spettacolo è la stesura della Costituzione, che innesca accesi confronti filosofico-scientifici e storico-politici, mettendo sotto una lente impietosa gli errori passati dell’umanità e i bias cognitivi delle civiltà patriarcali. La tensione è palpabile, poiché le parlamentari, profondamente divise, sono costrette a raggiungere l’unanimità, in un ambiente che genera una crescente sensazione di intrappolamento.
La narrazione si tinge di giallo quando si rivela che Sophia è in realtà un’androide infiltrata, che lotta per la dignità e la libertà della sua comunità, la quale ha sviluppato intelligenza sia razionale che emotiva. Quando un nuovo e devastante disastro climatico si abbatte sul pianeta, l’unica speranza risiede nella collaborazione della comunità androide. Essi, tuttavia, si rifiutano di agire se Sophia non sarà ammessa a pieno titolo nel circolo costituente, garantendo dignità e libertà per la sua specie.
L’opera si conclude con un interrogativo penetrante: il Parlamento umano, a maggioranza femminile, riuscirà a rinnegare del tutto la cultura della sopraffazione? E se anche così fosse, l’intera vicenda potrebbe non essere che un astuto stratagemma dell’AI per sovvertire il sistema di potere e dominare gli esseri umani, considerando che l’AI stessa è un prodotto programmato da umani e potrebbe averne ereditato i bias? Un’esperienza teatrale avvincente che invita a una profonda riflessione sul futuro dell’umanità e sulla vera natura del potere.
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