23/03/2019 Teatro

sabato 23 marzo ore 21 | teatro
Teatro di Roma | Teatro Stabile di Napoli | Emilia Romagna Teatro Fondazione
Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus
DIECI STORIE PROPRIO COSÌ
terzo atto
da un’idea di Giulia Minoli
drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli
regia Emanuela Giordano
con Maria Chiara Augenti, Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo
e con Tommaso Di Giulio chitarre e Paolo Volpini batteria
musiche originali Tommaso Di Giulio

Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale,
Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale,
Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale,
Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus – Centro di Produzione Teatrale
in collaborazione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e The Co2 Crisis Opportunity Onlus

 Dieci storie proprio così è parte integrante del progetto Il Palcoscenico della legalità
assistenti Giulia Agostini, Noemi Caputo, Benedetta Genisio, Tania Ciletti, Giulia Mastalli
Collaborano ai laboratori Ilaria Meli e Gaetano Salvo.

il progetto è promosso da: Co2 Crisis Opportunity Onlus, Fondazione Pol.i.s, Fondazione Silvia Ruotolo, Fondazione Falcone, Centro Studi Paolo Borsellino, CROSS-Osservatorio sulla Criminalità Organizzata, LARCO- Laboratorio Analisi e ricerca sulla criminalità organizzata – Università degli studi di Torino, Università di Pisa – Master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, DaSud, Italiachecambia.org
con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Ministero della Giustizia
con il sostegno di Fondazione con il sud e SIAE.

Uno spettacolo che è una “ragionata” provocazione contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire.

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“DIECI STORIE PROPRIO COSÌ_terzo atto è una “ragionata” provocazione contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire. È lo svelamento dei complessi legami che si intrecciano tra economia “legale” ed economia “criminale”, legami che uccidono il libero mercato e minacciano gravemente il nostro futuro. Siamo partite nel 2012 scavando nella memoria, per ricordare chi ha combattuto le mafie. Questo inizio costituisce l’ossatura imprescindibile della nostra esperienza. Da allora abbiamo viaggiato in tutta Italia, approfondendo il tema della lotta alla criminalità organizzata grazie all’aiuto di alcune università italiane e ai tanti testimoni che ci hanno raccontato le loro storie. Sono più di cinquanta le persone che abbiamo conosciuto e cogliamo l’occasione per ringraziarle: sono stati incontri importanti, ci hanno permesso di accrescere la nostra consapevolezza. Per questa ragione abbiamo deciso di concentrarci sul presente, su ciò che accade ora e su quello che ognuno di noi può realmente fare, assumendoci la responsabilità di un cambiamento faticoso, difficile ma irrinunciabile. Abbiamo approfondito il tema della scelta. La criminalità organizzata si sta appropriando della nostra economia e noi non ce ne siamo accorti? E’ una forma di distrazione di massa o siamo complici? Cambia la logica del merito, del diritto, cambiano le regole del profitto e del mercato e siamo incapaci di reagire, ammutoliti e stanchi. Abbiamo tracciato il profilo di personaggi collusi, grazie alla loro complicità le mafie hanno potuto infiltrarsi in tutti i settori dell’economia. E non solo di quella. Ma non è con il disincanto che possiamo combatterli. Non è l’assenza di impegno a salvarci. Per fortuna c’è chi si oppone, rischia, denuncia, indica alternative fattibili a questo degrado. C’è chi sceglie. Vogliamo raccontarvi un’Italia poco conosciuta: il sindaco che combatte le logiche mafiose che intossicano la sua città, il commercialista che contrasta il rapporto tra aziende e denaro sporco, il giornalista, il collaboratore di giustizia, il testimone. Vogliamo farvi conoscere le strategie di impegno di un gruppo di liceali, la sfida di alcuni imprenditori, vogliamo mostrarvi un’Italia viva: aziende, università, comunità che ci propongono un modo diverso di concepire le risorse economiche, gli spazi comuni, la nostra stessa esistenza. Possiamo farlo anche noi. Stare insieme, in teatro, può aiutarci a imparare.

IL PROGETTO

Il palcoscenico della legalità è un progetto sperimentale di collaborazione tra teatri, istituti penitenziari minorili, scuole, università e società civile. Nel progetto sono coinvolte le maggiori Istituzioni teatrali d’Italia, le associazioni impegnate nell’antimafia e quelle che lavorano per il riutilizzo sociale dei beni confiscati. Il progetto nasce, nella sua prima forma di spettacolo, Dieci storie proprio così, dall’incontro con decine di familiari di vittime innocenti di mafia, camorra, criminalità e con i responsabili di cooperative e associazioni che sulle terre confiscate alla mafia hanno costruito speranze, lavoro, accoglienza, idee. In seguito a questo primo traguardo, lo spettacolo è diventato strumento di riflessione sul modo in cui strutturare un rapporto continuativo e di scambio benefico tra istituzioni pubbliche e private perché insieme si apprenda un nuovo alfabeto civile. Da allora, nelle scuole sono stati attivati laboratori propedeutici alla visione dello spettacolo (52.000 gli studenti coinvolti). Il linguaggio e le tecniche teatrali sono diventati strumento per imparare il lavoro di squadra, per ragionare sulla nostra responsabilità individuale e collettiva riguardo a logiche e culture mafiose. L’attività formativa è in corso nelle scuole di dieci regioni italiane. Parallelamente si è sviluppato il progetto di formazione sui mestieri del teatro negli istituti penitenziari minorili di Airola (BN) e Malaspina (PA), da cui sono nati gli spettacoli Aspettando il tempo che passa nel carcere di Airola, Fiesta al Malaspina di Palermo e il brano rap Puortame là fore interpretato da Lucariello e Raiz. Lo spettacolo è andato in scena in una prima versione nel teatro del carcere, ha aperto Napoli Teatro Festival ed è stato ospitato nella rassegna teatrale per le scuole del Teatro Pubblico Campano e continua la sua tournée in Italia. Nell’estate del 2017, il progetto ad Airola ha avuto un’evoluzione orientata alla musica e alla sceneggiatura. Grazie al laboratorio, coordinato dal rapper napoletano Lucariello, i ragazzi dell’IPM hanno contribuito alla scrittura del testo e al mix audio del brano Puortame là fore interpretato da Lucariello e Raiz, e del brano Al posto mio, di cui i detenuti detengono i diritti. Il laboratorio di sceneggiatura, coordinato da Maurizio Braucci, ha portato alla scrittura della sceneggiatura di un cortometraggio che è stato poi realizzato nel gennaio 2019. Nel 2017 The CO2 ha realizzato un film documentario, co-prodotto da Jmovie e Rai Cinema, che percorre le tappe di questo esperimento virtuoso. Raccontiamo un mondo che caparbiamente va avanti, che delinea un futuro su cui dobbiamo investire e accendere i riflettori. Nel 2018 lo spettacolo Dieci storie proprio così è stato messo in scena a Vienna, in occasione della IX sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione di Palermo contro i fenomeni criminali transfrontalieri e la criminalità organizzata, presso la sede dell’UNODC – l’Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga e il Crimine.

LE STORIE

Bruno Caccia: procuratore della Repubblica a Torino, ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1983.
Cortocircuito: associazione culturale antimafia di Reggio Emilia. Nasce come giornalino studentesco indipendente e web-tv per le scuole. Ha messo in luce la penetrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nel territorio.
Gabriella Augusta Maria Leone: sindaco di Leinì, comune in provincia di Torino. La storia di un rinnovato impegno politico e sociale in un comune precedentemente sciolto per infiltrazioni mafiose.
Giovanni Tizian: giornalista calabrese. Si traferisce in Emilia Romagna dopo l’omicidio del padre. Laureato in criminologia presso l’Università di Bologna, conduce inchieste sulle mafie. Vive sotto scorta.
Gaetano Saffioti: imprenditore edile calabrese, testimone di giustizia. La sua denuncia ha contribuito all’arresto di molti boss della Piana di Gioia Tauro. Oggi vive sotto scorta.
Maria Stefanelli: prima donna testimone di giustizia contro la ‘ndrangheta. Vive con la figlia sotto protezione dello Stato ed è stata testimone al maxiprocesso Minotauro, che indaga le infiltrazioni delle cosche calabresi in Piemonte.
Sanitaensamble: orchestra giovanile attiva nel Rione Sanità di Napoli, offre a bambini, adolescenti e giovani una formazione musicale di alto profilo.
Tamara Ianni: collaboratrice di giustizia di 29 anni e testimone chiave nel processo al clan Spada. Per le sue dichiarazioni vive con la sua famiglia in una località protetta.
Paolo Borrometi: giornalista siciliano. Vive sotto scorta a causa delle numerose aggressioni e delle minacce di morte subite per le sue coraggiose inchieste sugli affari della mafia siciliana nelle province di Ragusa e Siracusa.
Cooperativa sociale “La paranza”: nata nel 2006 da un gruppo di ragazzi e ragazze del Rione Sanità di Napoli, ha contribuito alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del quartiere.

GIULIA MINOLI
Laureata in filosofia con una tesi sulla lingua dei segni, si specializza in comunicazione. Studia sceneggiatura a New York. Fonda The CO2 Crisis Opportunity Onlus, organizzazione impegnata nel settore della comunicazione sociale rivolta alla formazione di studenti e giovani che vivono realtà disagiate. Con CO2 produce documentari come: Tanti occhi e una sola storia (Brasile, favela di Rocinha), Le Palestiniadi (Libano), Memory hunters un anno dopo (L’Aquila, realizzato con Gianfranco Rosi). Dal 2007 lavora al Teatro di San Carlo di Napoli dove coordina e organizza Memus, museo del teatro. Per il San Carlo è ideatrice e coautrice dello spettacolo Dieci storie proprio così, che nasce dall’incontro con familiari di vittime innocenti di criminalità e con associazioni che sulle terre confiscate alle mafie hanno costruito lavoro e accoglienza. Da questa intuizione sviluppa un progetto, Il palcoscenico della legalità, che oggi ha una portata nazionale e si declina attraverso percorsi formativi nelle scuole (oltre 50.000 gli studenti coinvolti) e negli istituti penitenziari minorili di Airola (BN) e Malaspina (PA), spettacoli teatrali, e un film documentario prodotto da Rai Cinema e JMovie, vincitore del premio Nastro d’Argento 2018, che segue le tappe del progetto. È ideatrice della Notte bianca 2017 per la Casa Internazionale delle Donne per cui si attiva in un percorso di co-progettazione che vede coinvolte associazioni, artiste e imprenditrici. Scrive Donne Come Noi con la regia di Emanuale Giordano, storie cantate di donne straordinarie.

EMANUELA GIORDANO
Autrice e regista, studia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e all’Università La Sapienza, al corso di drammaturgia tenuto da Eduardo De Filippo. Inizia scrivendo e conducendo trasmissioni per Radio 3 Rai e per la Terza Rete Rai Tv. Scrive e dirige, tra le altre, per Lella Costa, Maddalena Crippa, Lina Sastri, Tosca, Lucrezia Lante della Rovere, Anna Galiena, Mascia Musy, Isabella Ragonese. Dal 2013 al 2015 è Direttrice del sistema Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea di Roma.
È docente alla scuola di drammaturgia di Dacia Maraini. Collabora alla scrittura teatrale con Lidia Ravera. Ha insegnato al Corso magistrale dell’Università La Sapienza metodi di teatro integrato per persone con problemi mentali o disagi sociali. I suoi film documentari sono stati premiati e ospitati nei più importanti festival italiani ed europei. Dal 2011 è autrice con Giulia Minoli e regista degli spettacoli Dieci storie proprio così e Aspettando il tempo che passa che sono parte integrante del progetto Il palcoscenico della legalità. Come formatrice lavora negli istituti penitenziari minorili e nelle scuole. È ideatrice del progetto Enea in viaggio, finalista del premio Migrarti 2017, legato allo spettacolo Il viaggio di Enea di Olivier Kemeid prodotto dal Teatro di Roma-Teatro Nazionale e dal Teatro Carcano, di cui ha curato la regia. È regista e coautrice del documentario Dieci storie proprio così prodotto da JMovie con Rai Cinema, vincitore del premio Nastro d’Argento 2018. Con Se dicessimo la verità elabora con Giulia Minoli un nuovo approfondimento drammaturgico sul tema della criminalità organizzata in Italia e nel mondo.