14/11/2025 - 16/11/2025 Teatro

venerdì 14 e sabato 15 novembre ore 21
domenica 16 novembre ore 17:30 – INGRESSO GRATUITO SU PRENOTAZIONE
Il progetto è promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali, realizzato da Zètema Progetto Cultura, è finanziato dall’Unione Europea Next Generation EU nell’ambito del PNRR, rientra tra gli Interventi Immateriali individuati nella linea progettuale Piani Urbani Integrati M5C2-Investimento 2.2, destinati alle periferie delle Città Metropolitane.

Un nuovo, urgente grido teatrale dei Chille de la balanza
di
Claudio Ascoli e Sissi Abbondanza
regia Claudio Ascoli
con Claudio Ascoli, Sissi Abbondanza, Rosario Terrone, Francesca Trianni, Manuel Rossi
musiche originali
Alessio Rinaldi
suoni Francesco Lascialfari
luci Sandro Pulizzotto
materiali video Marco Triarico
aiuto regia Gloria Trinci

PASOLINI. Perché? è parte del programma PPP Visionario promosso, in occasione del 50° anniversario dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini, da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali.

Chille de la Balanza

“SIAMO TUTTI IN PERICOLO”. Non è un titolo. È una diagnosi. Un avvertimento lasciato da Pier Paolo Pasolini nell’ultima intervista concessa a Furio Colombo, poche ore prima di essere massacrato.
Un presagio, ma anche una sfida etica, civile, umana.
A cinquant’anni esatti da quell’assassinio – ancora opaco, ancora ferita – i Chille de la balanza scelgono di partire proprio da lì: da quella frase, da quel grido, da quella verità inascoltata. Nasce così lo spettacolo “PASOLINI. Perché?”, scritto da Claudio Ascoli e Sissi Abbondanza, con la regia di Ascoli. Non una commemorazione. Non una biografia. Ma una chiamata. Un atto teatrale urgente, bruciante, che prende corpo nella notte di un mondo addormentato, ipnotizzato, anestetizzato.

Pasolini non viene celebrato. Viene restituito alla sua funzione più vera: quella di testimone che scende all’inferno e torna per raccontare. A volte sporco, a volte contraddittorio, sempre tragicamente lucido.
I suoi occhi – scriveva – hanno visto “più cose”.
E quelle cose oggi riguardano tutti noi.

Siamo tutti in pericolo perché non sappiamo più dire di no.
Perché, come Pasolini ammoniva, non ci sono più esseri umani, ma strane macchine che sbattono l’una contro l’altra. Siamo diventati complici (involontari?) del sistema che ci educa a possedere e distruggere, omologati dalla stessa pedagogia del consumo, della televisione, del consenso.
E anche chi si oppone lo fa spesso con il linguaggio del potere stesso: slogan, bandiere, apparenze. Ma la realtà è un’altra. E ci riguarda molto più da vicino.
Il teatro dei Chille non accetta di voltarsi dall’altra parte.
Per questo “PASOLINI. Perché?” è anche una partitura emotiva e politica, costruita per ferire e per ricordare. Per dirci che il fascismo non è un passato da archiviare, ma un presente che cambia volto, che si veste da amico, che “collabora”, che “non è mica un delitto”, ma lo diventa – ogni giorno – sotto la superficie levigata della normalità.

 

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