25/03/2017 Danza, Teatro

sabato 25 marzo ore 21 | teatro – danza
Roberto Castello e Andrea Cosentino presentano
TRATTATO DI ECONOMIA
coreocabaret confusionale sulla dimensione economica dell’esistenza
progetto, drammaturgia, regia Roberto Castello e Andrea Cosentino
interpreti Roberto Castello, Andrea Cosentino
assistente Alessandra Moretti
direzione tecnica Luca Telleschi
videopartecipazione straordinaria Attilio Scarpellini
realizzazione oggetti di scena Paolo Morelli
produzione ALDES – in collaborazione con Sardegna Teatro
con il sostegno di MIBACT/Direzione Generale Spettacolo dal vivo, Regione Toscana/Sistema Regionale dello Spettacolo
un ringraziamento a Giorgio Angelo Lazzarini

Un progetto performativo tra parola e gesto che si interroga sul denaro, sul suo valore, sulla sua invadente onnipresenza e sulla sua sostanziale mancanza di rapporto con la realtà.


Trattato di Economia è l’incontro fra due artisti diversi per generazione, ambito, formazione e percorso artistico, che per caso un giorno hanno scoperto di covare lo stesso desiderio: realizzare uno spettacolo sulla scienza che vuole liberare l’umanità dalla schiavitù del bisogno. Dopo oltre un anno di letture, incontri, dubbi, entusiasmi e crisi il progetto prende una forma nella quale economia, arte e morale si aggrovigliano con esiti paradossali. Il risultato è un progetto performativo tra parola e gesto che si interroga sul denaro, sul suo valore, sulla sua invadente onnipresenza e sulla sua sostanziale mancanza di rapporto con la realtà. Porsi ai margini del contratto per renderne palesi i paradossi inventando situazioni limite e domande inappropriate è il modo per riprendere possesso, almeno simbolicamente, di ciò che non si capisce e non si controlla annientandolo con una risata liberatoria.

ALDES è un’associazione di artisti e operatori culturali che dal 1993, sotto la direzione di Roberto Castello, produce e promuove opere di sperimentazione coreografica con particolare attenzione alle forme di confine fra danza e arti visive, danza e nuove tecnologie, danza e teatro, realizzando spettacoli, video, installazioni, performances e manifestazioni che hanno come oggetto il corpo, il movimento e la loro rappresentazione. I progetti ALDES sono caratterizzati da una particolare attenzione al rapporto fra azione coreografica e spettatori, quindi a tutte quelle forme di danza contemporanea che hanno connotati non convenzionali e sperimentano nuove forme di rapporto spazio/temporale fra spettatori e opere. Gli autori ALDES sono: il suo fondatore e direttore artistico Roberto Castello (Premio UBU speciale nel 1985 per ‘Il Cortile’ e nel 2003 UBU miglior spettacolo della stagione sez. teatro-danza con ‘Il migliore dei mondi possibili’), Stefano Questorio danzatore storico dal 1998 e coreografo (Premio Otello Sarzi – Nuove realtà del teatro 2007 e Premio miglior interprete, rassegna Loro del Reno 2007), Irene Russolillo (Premio Equilibrio 2014 e Premio MasDanza19 come miglior interprete, premio Outlet 2014, candidata 2014 al Premio Virginia Reiter) danzatrice/interprete in ALDES dal 2010, Caterina Basso e Giselda Ranieri, ambedue in ALDES in vesti di danzatrici dal 2007 e 2010 (la Basso co-autrice di alcuni progetti con A. Senatore) e con Aline Nari già interprete in ALDES in anni passati, che insieme a Davide Frangioni da anni curano progetti in cui fondono ricerca artistica e desiderio di incontrare pubblici e contesti diversi; dal 2016 collaboreranno inoltre: la danzatrice/coreografa Francesca Zaccaria (le sue ultime coreografie sono state presentate in Francia e in Germania), già interprete per R. Castello, e l’artista/performer Giacomo Verde, con il quale ALDES collabora dal ’98 su vari progetti. Alcune manifestazioni ed eventi curati: Strade Contemporanee (’97/’99), Rizoma (2005/2007), Tempi di Reazione – happenings multidisciplinari di improvvisazione (2008/2009/2010), Maratona Viola (2009), Reporters (2009), Maratona Cahen (2010), le stagioni del progetto SPAM! (2008>2014 www.spamweb.it/it/programmazioni), Ring festival (2014 www.ringfestival.it), Scena e doppia scena – STUDIO AZZURRO e il teatro (2014). A partire dal 2008 ALDES cura il progetto SPAM! rete per le arti contemporanee nella provincia di Lucca, realizzato nell’ambito del ‘Patto Riassetto Sistema Teatrale della Toscana’ e dal 2013 è ufficialmente Residenza Coreografica nel quadro della legge toscana per la cultura. ALDES è sostenuta da Mibact – Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo / Direz. Generale per lo spettacolo dal vivo, Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo.

Roberto Castello
È probabilmente da ritenersi il più ideologicamente impegnato e scomodo tra i coreografi che hanno fondato la danza contemporanea in Italia. Studia danza a Torino e a New York. Nei primi anni ’80 danza a Venezia nel “Teatro e danza La Fenice di Carolyn Carlson”. La sua attività di coreografo inizia nel 1983. Nel 1984, è tra i fondatori di Sosta Palmizi, compagnia per la quale co-coreografa e danza ne “Il Cortile” (1985) – segnalazione speciale al Premio Ubu, e in tutte le produzioni collettive successive. Intraprende una carriera da solista nel 91 con “Enciclopedia” e firmando diverse coreografie per la Compagnia di Balletto del Teatro Regio di Torino. Nel 1993 fonda Aldes con cui conduce sperimentazioni tra danza, arti visive e nuove tecnologie e realizza numerose produzioni teatrali e non, tra cui il provocatorio “Siamo qui solo per i soldi” (1994-‘95), “Biosculture” (1998), installazione multimediale modulare per spazi espositivi,” Il fuoco, l’acqua, l’ombra” (1998), spettacolo-installazione in collaborazione con Studio Azzurro, “Le avventure del Signor Quixana” (1999/2000 – Premio Danza & Danza) in collaborazione con Paolo Atzori, oltre a diverse coproduzioni internazionali. Nel 2002 inizia il progetto pluriennale in dieci parti “Il migliore dei mondi possibili” (Premio UBU 2003, miglior spettacolo sezione teatro-danza), giunto attualmente al suo nono capitolo. Nell’ottobre 2011 crea Carne Trita – concerto per voce e danza, che debutta al Teatro Cà Foscari di Venezia. Nel 2010 cura le coreografie per “Vieni via con me” di Rai 3, di con Fazio e Saviano. Nel 2013 partecipa, con i danzatori di ALDES e in qualità di coreografo, alla realizzazione di due film-installazioni a firma di Peter Greenaway, “The Towers” a Lucca e “The Dance of Death” a Basilea. Nel 2014 cura, oltre alle stagioni di SPAM!, la prima edizione di Ring festival, il primo festival nella città di Lucca sulle arti performative / danza / arte, con uno sguardo europeo sulla danza (agosto ’14 – www.ringfestival.it). Nel 2015 è invitato a curare le coreografie per il festival La Notte della Taranta (Salento), debutta in collaborazione con la compagnia con “In girum imus nocte (et consumimur igni)”, radicale lavoro coreografico sull’inesauribile insorgere dei desideri, debutta con “Trattato di economia”, coreocabaret sulla dimensione economica dell’esistenza, in duo con l’attore Andrea Cosentino ed è chiamato come coreografo ospite dall’accademia Zukt di Francoforte. E’ promotore e curatore di varie manifestazioni (Strade Contemporanee – ’97/’99, Rizoma – ’05/’07, Tempi di Reazione – happenings multidisciplinari di improvvisazione, rassegne di videoarte e incontri letterari, Reporters – 2008/2009/2010…), cura la direzione artistica del festival Short Formats (2009) al Teatro Dell’Arte e alla Triennale di Milano e, nel 2008, dà vita a SPAM! rete per le arti contemporanee, centro di produzione coreografica con sede in Toscana che organizza residenze artistiche, workshop, stagioni multidisciplinari e attività didattiche. (http://www.spamweb.it/it/programmazioni). Interessato da sempre al valore educativo dell’arte, si è sempre impegnato attraverso laboratori e seminari, a divulgare e a fare conoscere la pratica coreutica contemporanea, fino ad attivare, dal 2005, il Corso di coreografia digitale presso l’Accademia di Belle Arti Brera 2 di Milano, dove è stato docente fino al 2015.

Andrea Cosentino
Da giovanissimo frequenta una scuola di prosa, ma si indirizza ben presto verso il teatro di ricerca, frequentando – tra gli altri – anche un laboratorio con Dario Fo presso la Libera Università di Alcatraz di Gubbio. Sempre durante l’apprendistato, si trasferisce a Parigi, dove segue l’insegnamento di “teatro gestuale” di Philippe Gaulier della scuola mimica e clownesca di Jacques Lecoq: si tratta di un insegnamento fondamentale per i suoi futuri lavori, in cui il racconto (l’esposizione verbale di una storia) si accompagna infatti a una certa espressività pantomimica. È autore e attore di vari spettacoli a-solo tra cui si ricorda La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce’ (1998), Antò le Momò (2000), L’Asino albino (2004) e Angelica (2005). Questi ultimi due spettacoli sono stati recentemente pubblicati a stampa da Editoria&Spettacolo. Nel corso della sua carriera ha anche lavorato – in veste di attore – con diverse compagnie: il Drammateatro, il Lanciavicchio, Ruotalibera di Roma e le Compagnie dei registi Massimiliano Civica, Luca Ricci (CapoTrave) e Roberto Castello (Aldes). Si è laureato all’università di Roma con una tesi sui “maggi” e sulle improvvisazioni in ottava rima della campagna toscana, poi confluita nel volume La scena dell’osceno, Odradek edizioni, 1998. Nell’estate 2007 ha presentato Antò le Momò. Avanspettacolo della crudeltà: una pièce, secondo la poetica dell’autore-attore, fondata su di un bailamme caotico tra comico e tragico, con parodie di Artaud e di vecchie contadine, delle fiction televisive e della cretineria contemporanea (la strage di Erba). Nei suoi monologhi il comico ed il tragico si fondono, con l’intento di scandagliare le verità più amare ed inconfessabili della società e della vita umana. Mette in scena un campionario parodico di stereotipi sociali dell’”Italietta” contemporanea, ma la sua satira non si limita alla facile caricatura, arricchendosi secondo alcuni di intenti metafisici, filosofici ed esistenziali tanto che alcuni dei personaggi che evoca finiscono per acquisire una dimensione poetica inaspettata ed inconsapevole. Si è soliti ascrivere la sua produzione al teatro di narrazione: Cosentino apparterrebbe dunque alla cosiddetta “seconda generazione” della narrazione, insieme con Ascanio Celestini, Giulio Cavalli, Davide Enia, Mario Perrotta. Tuttavia Cosentino arricchisce e fonde il narrare scenico con una performatività derivata dal cabaret televisivo (non a caso ha anche partecipato alla trasmissione TV di Italia 1 Ciro presenta Visitor). In questo, il suo lavoro sembra piuttosto accostarsi a quella “non-scuola romana” cui alcuni hanno ascritto anche Daniele Timpano ed autori-attori eclettici come il pugliese Oscar De Summa. Negli ultimi anni ha iniziato un lavoro sperimentale di ricerca sul rapporto fra televisione e cultura popolare attraverso il format Telemomò. Tale ipotesi di fake televisivo è l’elemento costitutivo dell’ultima fase del percorso artistico di Cosentino, iniziata con Antò le momò e giunta a piena maturità con La festa del Paparacchio. Quest’ultima ha costituito una interessante innovazione di linguaggio andandosi a costruire come una festa popolare a tutti gli effetti, portata in diversi paesi e piccoli comuni italiani e realizzata seguendo gli schemi dei collegamenti televisivi che quotidianamente vanno a riscoprire gli aspetti folclorici della “provincia italiana”. La particolarità della Festa del Paparacchio è tuttavia il fatto che le tradizioni esposte di fronte agli stessi paesani siano tutte smaccatamente fasulle e prodotte in un’ottica di uso e consumo di un ipotetico collegamento televisivo. In questo senso Cosentino crea una partecipazione meta-identitaria fra un paese che esiste e che partecipa alla festa e un paese che non esiste ma che è la rappresentazione televisiva di quello stesso luogo reale in cui l’evento si svolge. Per la realizzazione di questo evento Cosentino ha collaborato con altri artisti visivi, teatranti e musicisti tra cui Gian Maria Tosatti e Gaspare Balsamo.

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