03/03/2018 - 04/03/2018 Teatro

sabato 3 marzo ore 21 e domenica 4 ore 18 | teatro
Elledieffe | Teatro Elicantropo
SCANNASURICE
di Enzo Moscato
con Imma Villa
regia Carlo Cerciello
scena Roberto Crea
suono Hubert Westkemper
musiche originali Paolo Coletta
costumi Daniela Ciancio
disegno luci Cesare Accetta
aiuto regia Aniello Mallardo

Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2017 a Imma Villa per Migliore interprete di Monologo
Premio della Critica (A.N.C.T.) 2015 come Miglior Spettacolo
Premio Annibale Ruccello 2015
Premio Pulcinellamente 2015

Un personaggio alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente.


Scannasurice è il testo che nel 1982 segnò il debutto di Enzo Moscato come autore e interprete.
Nel 2015 è stato messo in scena da Carlo Cerciello che ne ha affidato l’interpretazione a una straordinaria Imma Villa (Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2017 come Migliore Interprete di Monologo) e lo spettacolo si è aggiudicato il Premio della Critica: Per essere sintesi preziosa ed evocativa tra un testo – quello potente di Enzo Moscato, immagine di una città terremotata e fragile nelle fondamenta della sua articolata struttura così come della sua identità –, un’interpretazione poeticamente superba nella sua drammaticità – quella di Imma Villa, la cui maestria d’attrice restituisce realismo e intensità al personaggio che interpreta con vibrante tensione –, e una regia complessa e accurata – firmata Carlo Cerciello – in grado di valorizzare ogni sua singola componente e, nella sua unitarietà, porsi quale virtuale luogo teatrale e reale, in cui l’estetica si fonde con la recente storia napoletana […].

Ambientato dopo il terremoto del 1980 a Napoli, Scannasurice è una sorta di discesa agli “inferi”, di un personaggio dalla identità androgina, nell’ipogeo napoletano dove abita, all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi – metafora dei napoletani stessi – e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘mbriana al Munaciello, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente. Il personaggio fa la vita,’batte’. È originariamente, un ‘femminiello’ dei Quartieri Spagnoli di Napoli, ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche. Oltre l’identità sessuale, sono quasi magiche. Per questo ne è interprete un’attrice che del personaggio esalta l’ambiguità e l’eccesso. In un dialetto lirico e suggestivo, la creatura a metà tra l’osceno e il sublime distilla imprecazioni esilaranti, filastrocche popolari e antiche memorie in un’alternanza di ritmi e di sonorità rendendo un testo e uno spettacolo propriamente caratterizzato dalla parola profondamente affascinante. Cerciello coniuga qui i due finali scritti da Moscato in due momenti successivi: il primo nel 1982, il secondo, su impulso di Annibale Ruccello che ne fece la regia due anni dopo. Di una morte simbolica comunque si tratta, nel segno di un pessimismo che lascia poche vie di fuga.

Teatro Elicantropo
Nasce nel 1996 per iniziativa di Carlo Cerciello e Imma Villa, una delle più intense e dotate attrici del teatro nostro, e dedica da allora le sue stagioni alla drammaturgia contemporanea italiana ed europea, valorizzando il lavoro di autori, attori, registi, scenografi, costumisti, tecnici. Importante anche la ricerca di un rapporto più diretto e immediato con il pubblico, puntando sull’intelligenza e sulla sensibilità di coloro che non hanno ancora rinunciato alla riflessione e al sentimento. In questi diciannove anni di attività rimane coerente alla sua vocazione per un teatro politico, di impegno civile e sociale, rivolto al contemporaneo, alle tragedie dei nostri tempi – frutto del cinismo e dell’arroganza di un potere politico ottuso e senza scrupoli -, convinto del ruolo che può esercitare il teatro per mantenere vigili le coscienze. Grazie al suo impegno, il piccolo Teatro Elicantropo di Napoli è stato definito dalla stampa nazionale ed estera: “…uno degli spazi più interessanti del panorama teatrale italiano”. Il coraggio delle sue scelte artistiche è stato unanimemente riconosciuto, come pure il valore di operare nella situazione di particolare disagio di un quartiere a rischio. L’Elicantropo ha portato a Napoli, nel 1998, il Premio Nobel per la letteratura Josè Saramago per la Prima assoluta de Il Contagio, dal suo romanzo Cecità, adattamento e regia di Carlo Cerciello, spettacolo che ha entusiasmato ed emozionato le platee e la critica dei maggiori Festival di teatro italiani e internazionali. Il Teatro Elicantropo, nella persona del suo direttore artistico, Carlo Cerciello, ha ricevuto nel 2000 una nomination al Premio Ubu per la regia di Quartett: nel 2001 il Premio Bartolucci per la ricerca, nell’ambito del Festival di Santarcangelo; nel 2002 il Premio Ubu, per l’impegno politico e sociale unito alla ricerca, espressi nel progetto coraggioso e popolare Stanza 101, ideato e diretto, ancora, da Carlo Cerciello, che nel 2008 vince anche il Premio ETI Olimpici del Teatro per Nzularchia e, nel 2009, il Premio Hystrio alla carriera. Nel 2006 gli era stato invece assegnato il Premio Annibale Ruccello. Anche l’attività Laboratoriale Permanente rivolta ai giovani contribuisce a costruire quello spessore culturale e quel valore sociale che viene riconosciuto al lavoro del Teatro Elicantropo, tanto che nel 2007 gli viene conferito il Riconoscimento Ministeriale. Salvo poi ritirarlo misteriosamente quest’anno.

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https://www.youtube.com/watch?v=HEvAUCZ1oGg