15/02/2014 - 16/02/2014

sabato 15 febbraio ore 21.00
domenica 16 febbraio ore 17.30

regia e adattamento Daniele Scattina
con Alessandra Dell’Atti, Marzia Tedeschi, Emanuele Giglio, Romeo Cirelli, Daniele Scattina

Teatro delle Ombre

Caligola è un uomo dilaniato dal dolore, dall’odio e dalla rabbia verso un mondo governato dal caso, ingiusto, dove gli dei non esistono. Un uomo nel quale le passioni regnano sovrane, incontrollabili e supportate dal definitivo annichilimento di qualsiasi fede che dia una speranza, generatrici di una perversa razionalità, di una logica cinica e fredda.
Il dolore deve essere portato agli altri perché capiscano la natura di quello che è dentro di lui: “Ognuno si procura la sua purezza come può. Io lo faccio cercando l’essenza delle cose. Il che non esclude che potrei farti uccidere”.
Caligola, consapevole dell’inutilità del tutto, condannato come un novello Sisifo a vivere in eterno il momento della sua presa di coscienza e a ripeterlo ossessivo, come ad esorcizzarne il potere diventandone parte integrante: “Gli altri creano perché non hanno il potere. Io non ho bisogno di un’opera. Io vivo”.
Caligola è un uomo moderno, che nella sua sensibilità reagisce alle imposizioni di una società che ne vorrebbe schiacciare l’essere, che gli vorrebbe negare il diritto all’esistenza e all’anima, che lo vorrebbe chiudere per sempre nel suo vuoto. Ma è proprio in questo vuoto che Caligola troverà la libertà: nel suo assassinio, in realtà un suicidio pianificato da una mente estremamente lucida e razionale nella sua follia e che lascerà la sua traccia indelebile in chi resta, costretto a guardare nei tagli di una coscienza ormai aperta.

Caligola come specchio della società contemporanea, che mercifica qualsiasi cosa e sposta gli obiettivi sull’apparire invece che sull’essere, una società che si rende conto della propria caducità umana solo nel momento in cui questa viene colpita duramente.
Caligola è al tempo stesso punto di contatto fra l’interiorità della coscienza umana e l’esteriorità del mondo creato dagli uomini e punto di rottura fra questi, che entrano in conflitto e si disgregano l’un l’altro.
Nel suo prendere coscienza di sé, Caligola diventa un sovvertitore di quell’ordine sociale, di quelle sovrastrutture che proteggono l’apparenza di una realtà costruita e diventa un innocente in una folla di colpevoli: il mondo di Caligola ha analogie fortissime col nostro mondo, lo ricalca, lo sintetizza e ne esalta gli aspetti più paradossali.
Caligola rappresenta, della nostra società, la faccia che ogni giorno tentiamo di negare.

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