12/03/2022 - 13/03/2022 Teatro

sabato 12 marzo ore 21
domenica 13 marzo ore 17,30

drammaturgia e regia Filippo Gili
con VANESSA SCALERA, Anna Ferzetti, Daniela Marra, Pier Giorgio Bellocchio
scene Alessandra De Angelis e Giulio Villaggio
costumi 
Paola Marchesin
disegno luci Giuseppe Filipponio
musiche Paolo Vivaldi
foto
Luana Belli
grafica Ruggiero Pane
video David Melani
trailer Daniele Inzinna
ufficio stampa Rocchina Ceglia
direttore tecnico David Barittoni
distribuzione Lia Zinno e Stefano Pironti
organizzazione Giancarlo Nicoletti e Cinzia Storari

Altra Scena

Filippo Gili torna a scavare le relazioni familiari con il suo nuovo lavoro drammaturgico. Tre sorelle. Laura la primogenita, Lucia la seconda, Costanza la più piccola: sui trentacinque, chi più chi meno. Costanza è su una sedia a rotelle per colpa di un incidente provocato un paio d’anni prima da Laura, la maggiore. Ma né Costanza né Lucia conoscono la disgraziata responsabilità di Laura. Loro no: ma la conosce uno strano essere, Carlo, che comincia a ricattare Laura. Laura è una incallita giocatrice d’azzardo. Violenti gli scontri con Lucia, la sorella di mezzo. Ma su questo si incentra anche il ricatto di Carlo: o dici a tua sorella che due anni fa fosti te, non vista, a fare quel balzo che costò le gambe di tua sorella, o tutti i proventi delle tue vincite li prenderò io. Il senso di colpa per quella disgrazia si fa materiale, sudato, vivo, bollente. Laura resiste. L’altro non spiffera nulla, fin quando, davanti alle due sorelle ‘sane’, non soltanto si dimostrerà tutt’altro che ricattatorio, ma offrirà anche loro un dono: la possibilità di realizzare un desiderio irrealizzabile. Un angelo? Un demone? Metafisico o reale che sia, quell’uomo ha offerto loro una possibilità che, se non grottesca, sembrerebbe sublime. Che desiderio potrebbe esprimere Laura, se non quello, per amore e senso di colpa, di far riavere l’uso delle gambe alla sorella? Chi garantisce che il desiderio più profondo sia quello cosciente, quello espresso, quello che deriva dall’amore, dalle cose chiare, piuttosto che uno strano oggetto che alberga nelle lontane caverne di un violento, libidico, antico Io?

Con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali

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