27/03/2014 - 30/03/2014

giovedì 27, venerdì 28, sabato 29 marzo ore 21.00
domenica 30 marzo ore 17.30

dal libro di Eric-Emmanuel Schmitt
con Amanda Sandrelli
regia Lorenzo Gioielli
assistente alla regia Virginia Franchi
musiche Giacomo Scaramuzza (con un valzer di P.I.Tchaikovsky)

“Se dici ‘morire’ in un ospedale, nessuno sente. Puoi star sicuro che ci sarà un vuoto d’aria e che si parlerà d’altro”. (Oscar)

Da un piccolo capolavoro della letteratura un monologo di parole e musica.
Amanda Sandrelli interpreta Oscar, il bambino malato di leucemia che, grazie all’amicizia con Nonna Rosa, una volontaria dell’ospedale in cui è ricoverato, vive in dodici giorni dodici anni della sua vita.
Una favola. Più malinconica che triste. E delicata. E lucida.
Come solo i bambini sanno essere: delicati e lucidi.
Oscar è consapevole che la sua è una vita ‘a termine’: gli adulti spesso non se ne rendono conto.
Oscar sa che tutti gli mentono: ma li perdona, alla fine perdona anche i suoi stessi genitori.
Oscar però vive ogni attimo della sua vita come fosse l’ultimo, come forse tutti dovremmo fare, con intensità, attenzione, amore, persino felicità.
Un affresco popolato da tanti personaggi questo monologo a più voci.
Amanda Sandrelli , con la sua voce e un pigiama, parla con Dio attraverso Oscar, e racconta uno spaccato che appartiene a tutti: il confronto con la caducità dell’esistenza, con la malattia e con la morte.
E lo fa, come Oscar, con partecipazione e distacco , trasportando il pubblico da momenti di riso ad altri di commozione.
E così, anche la musica di Giacomo Scaramuzza partecipa alla vicenda di Oscar, piccolo uomo di grande dignità, con infinito rispetto.

L’autore Eric-Emmanuel Schmitt è il romanziere e drammaturgo francese di maggior successo al mondo, il fortunato autore del successo Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano. Il romanzo, Oscar e la dama in rosa, dopo aver ‘sbancato’ in Francia e in Germania è uscito anche in Italia con lo stesso successo (Edizioni Rizzoli).

“Ci sono storie che vogliono essere raccontate, che ti scelgono, come i gatti scelgono il loro padrone, ti salgono in collo e non se ne vanno più. Oscar e la dama in rosa non è solo un bellissimo libro di Schmitt, è una storia necessaria, di quelle che in alcuni momenti possono farti davvero bene. Per me e Lorenzo (Gioielli, il regista) è stato un viaggio, abbiamo riso e pianto chiusi in una stanzetta con la nostra Virginia (Franchi, l’aiuto) per dieci giorni e alla fine nel meraviglioso teatro Ariosto a Reggio Emilia, l’abbiamo raccontato per la prima volta, e abbiamo capito che avevamo ragione, era necessario farlo. Credo proprio che nessuno si scorderà di Oscar , il bambino irriducibile, e dei suoi 12 anni di vita concentrati in 12 giorni, del suo rapporto con nonna Rosa e con Dio. Oltre alla musica scritta da Giacomo Scaramuzza ci sono io, un pigiama e una sedia. Perché questa storia non ha bisogno di altro”.
Amanda Sandrelli