23/03/2018 Teatro

venerdì 23 marzo ore 21 | teatro
Pierfrancesco Pisani | Progetto Goldstein
Lucrezia Lante della Rovere in
IO SONO MISIA
l’ape regina dei geni
di Vittorio Cielo
liberamente ispirato alle memorie di Misia Sert, dalle confidenze, ricordi, messaggi, lettere, di
Proust, Stravinsky, Diaghilev, Nijinsky, Debussy, Tolouse Lautrec, Picasso, Ravel, Cocteau
regia Francesco Zecca
scene Gianluca Amodio
costumi Alessandro Lai
luci Pasquale Mari
musiche Diego Buongiorno
tecnici audio luci Luca Giovagnoli, Lorenzo D’Anna
regista assistente Arcangelo Iannace
produzione Pierfrancesco Pisani, Progetto Goldstein
coproduzione Fondazione Devlata, DoppioSogno

Si ringrazia la Compagnia Stabile del Molise, Claudio Cianfoni, Carlo e Marina Ripa di Meana, Livia e Vincenzo Malagò, Giovanni Malagò e Gianluca Pignatelli, Picasso, Proust, Chanel, Ravel, Debussy, Stravinsky, Toulouse Lautrec, Cocteau, Nijinsky e i loro segreti, svelati dalla regina di Parigi.

Lucrezia Lante della Rovere porta in scena il ritratto vivido e fascinoso di Misia Sert, musa ispiratrice di grandi artisti, l’ape regina delle avanguardie del primo Novecento.

Acquista on line


Liberamente ispirato dalle memorie di Misia Sert, Io sono Misia racconta la storia e la personalità di una delle donne più influenti del secolo, sempre in piena luce, e allo stesso tempo, misteriosamente, in ombra. Così, nel cuore di Parigi, capitale di cultura tra ’800 e ’900, si dispiega il fascino e il potere imperscrutabile di questa donna unica e straordinaria che sapeva guardare lontano: levatrice dell’arte e amica influente e definitiva di importanti protagonisti della Belle Époque parigina, tra cui Stravinsky, Diaghilev, Nijinsky, Debussy, Tolouse Lautrec, Picasso, Ravel, Cocteau e molti altri. “Io non partorisco. Io faccio partorire. Gli uomini hanno bisogno di una sfinge per partorire la bellezza, per diventare artisti. Dicono che il mio talento sia saper annusare il talento… Dove tutti vedono un nano, io vedo un Toulouse-Lautrec. Sono una cercatrice di geni… Una cercatrice di meraviglie umane. Detesto suonare perché amo la musica. Ho imparato sulle ginocchia di Liszt, vecchio, con i capelli lunghi a bacchetta bianchi, come un salice ghiacciato, la faccia a verruche come la corteccia di un albero. Con i miei occhi color malva, ho visto ora dopo ora inevitabilmente Pablo Ruiz trasformarsi nel mostro-toro Picasso, Debussy sui miei divani sognare il sesso del fauno, Cocteau fare la corte agli attori come in Marocco, Stravinsky incendiarsi nella Sagra di Primavera, Ravel ricamare musica a dispetto di Satie, il carnefice di ballerini Diaghilev farsi domatore di Nijinsky, fino a far impazzire il dio della danza. E Proust, scrivere ogni cosa, ogni parola di tutti, fino a mettermi nella seconda riga della prima pagina della Recherche… Nelle università la chiamano “cultura” … io la chiamavo averli a cena da me, a casa…” Dopo il successo di Malamore, Premio Flaiano, Lucrezia Lante della Rovere continua a dare vita a profili di donne straordinarie che hanno costruito la cultura del ’900. Con la sensibile regia di Francesco Zecca e un testo inedito del poeta Vittorio Cielo, rivela al pubblico italiano l’incredibile personalità di Misia Sert, straordinaria mecenate alla quale dobbiamo la scoperta, fra gli altri, di Cocò Chanel. Misia Sert, il cui salotto parigino era frequentato da Picasso, Paul Morand, Debussy, fu ritratta da Renoir e da Toulouse Lautrec, ispirò Jean Cocteau per il personaggio della principessa nel romanzo Thomas l’imposteur e fu definita da Proust “un monumento di storia, collocata nell’asse del gusto francese come l’obelisco di Luxor nell’asse degli Champs Elysées”.

Lucrezia Lante della Rovere
Debutta sul grande schermo nel 1986 con il film di Mario Monicelli “Speriamo che sia femmina”. Nel 1988, dopo il film tv “Quando ancora non c’erano i Beatles”, viene diretta da Pupi Avati in “Storia di ragazzi e di ragazze”. Negli anni ‘90, recita con Vanessa Redgrave in “Diceria dell’untore” e con Philippe Noiret in “Zuppa di pesce”. Sarà poi diretta per il cinema da Pino Quartullo in “Quando eravamo repressi” e in “Le donne non vogliono più” e in tv da Mauro Bolognini nella miniserie “Casa Ricordi”. Seguono i film tv “Uno di noi”, “Les amants de rivière rouge”, “Trenta righe per un delitto” e “Cronaca nera”. Nel 2000 è “La carbonara”, diretta da Luigi Magni. Partecipa al programma Rai Uno “Tutti gli zeri del mondo” e recita nelle serie tv “Il lato oscuro”, “Orgoglio” e “Attenti a quei tre”. Nel 2005 gira, per la regia di Gianpaolo Tescari, “Gli occhi dell’altro” con il quale vince il Taormina Film Festival. Viene introdotta al teatro da Luca Barbareschi con il quale lavorerà per molti anni, oltre che con Gabriele Lavia, Giorgio Albertazzi, Duccio Camerini, Luca Ronconi, Emanuela Giordano. Nel 2007 è la protagonista della fiction Rai “Donna detective”. Nel 2008 vince il premio come migliore attrice protagonista al Roma Fiction Fest con “Ovunque tu sia” di Ambrogio Lo Giudice che la dirigerà anche in “Una musica silenziosa”. È nel cast di “Quantum of Solace” e nel film “Viola di Mare” diretto da Donatella Maiorca. Nel 2011 recita in “Tutti pazzi per amore 3”. Nel 2012 vince il Premio Flaiano come miglior interprete femminile con il suo spettacolo teatrale “Malamore”, dal testo di Concita De Gregorio, regia di Francesco Zecca; partecipa al talent show di Rai Uno Ballando con le stelle, e in teatro recita in “John Gabriel Borkman” di Ibsen. Nel 2013 è in scena con “Come tu mi vuoi” per la regia di Francesco Zecca, libero adattamento di Masolino d’Amico della commedia di Pirandello. Nel 2015 torna in tv ne “La Dama velata” diretta da Carmine Elia.

Francesco Zecca
Nel 2001 si diploma come attore presso Il Centro Internazionale la Cometa di Roma dove incontra grandi artisti e maestri che grande influenza hanno esercitato sulla sua professione: N. Karpov, per il quale è stato attore e assistente, F. Albanese, D. Mamadou, A. Woodhouse, passando per J. Stanzak della Compagnia di Pina Bausch.
 Negli anni si destreggia tra cinema (Un altro Pianeta di S. Tummolini, film che ha partecipato alla 65° Mostra del Cinema di Venezia; L’appuntamento originario, regia G. Isernia; Vite a Pompei, regia C. Smith; Una talpa al bioparco, regia F. Ottaviani; protagonista in La famiglia, Endless the series e Hamlet in Project di L. Mininno) e televisione (co-protagonista in Il Commissario Nardone, regia F. Costa; Baciato dal sole, regia A. Grimaldi; Ris 4; La vita che corre; Zeus; Testimone Inconsapevole). Ma è il teatro il luogo ideale dove continua a lavorare, con Ottavia Piccolo nello spettacolo Processo a Dio di S. Massini, regia S. Fantoni, con Emma Dante ne La muta di Portici e Carmen, Massimiliano Bruno in Nessuno, Pierpaolo Sepe in Maser e Non avere paura mai, Roberta Nicolai in L’Orlando Furioso, Terre e Il Castello, Fabiana Iacozzilli in Rapacità, Hamlet Circus e La Trilogia dell’Attesa. E ancora è il teatro il luogo in cui debutta ben presto come autore e regista: durante lo spettacolo Scoppio di amore e guerra, scritto e diretto da D. Camerini, in cui nel 2005 è attore e assistente alla regia, Francesco Zecca incontra Lucrezia Lante della Rovere con la quale inizia un lungo e intenso percorso di autore e regista. La dirige nel loro adattamento di Malamore di Concita De Gregorio e ancora, recitando con lei, nello spettacolo Come Tu Mi Vuoi di L. Pirandello. Dirige inoltre Pamela Villoresi e Claudio Casadio nel testo di M. Carlotto Il mondo non mi deve nulla.