01/12/2022 - 02/12/2022 Cinema, Incontro

giovedì 1 matinée e venerdì 2 dicembre ore 17.30 • proiezione e incontro
a.DNA project presenta
LIEVITO
di cyop&kaf
proiezione e incontro con gli autori
a cura di Mirko Pierri
ingresso gratuito
durata 78’

I registi del pluripremiato “Il segreto”, (Cinéma du Réel, Sarajevo e Doc Lisboa e candidato nella cinquina del David di Donatello), proseguono la loro indagine su educazione e sfide nella contemporaneità con “Lievito”, presentato in anteprima al 39° Torino Film Festival. Fulcro del film è il rapporto che intercorre tra adulti e adolescenti nell’ampio spazio intermedio che cresce tra la strada, la famiglia e la scuola.”
LIEVITO è una produzione Parallelo 41 Produzioni in collaborazione con Rai Cinema, con la collaborazione di Napoli MONiTOR con il contributo di Regione Campania e Film Commission Regione Campania.


Un’associazione che opera in un quartiere del centro storico organizza un soggiorno estivo per adolescenti nel parco naturale del Cilento. Una società sportiva che ha sede nel complesso in disuso dell’Albergo dei Poveri diventa un punto di riferimento per centinaia di giovani. Un museo di arte contemporanea apre i propri spazi a un laboratorio teatrale per ragazzi e ragazze di tutti gli strati sociali. Lievito indaga le relazioni tra questi gruppi di adolescenti e le loro guide adulte; i metodi didattici e le pratiche educative; le regole materiali e simboliche; il rapporto tra la forma dei luoghi e i corpi nello spazio. Intorno, come una cornice, le storie di Bruno Leone, maestro di guarattelle, e di Peppe Carini, maestro d’infanzia, a mostrare le radici profonde, le implicazioni e le contraddizioni di ogni rapporto tra allievi e maestri, ma anche le suggestioni politiche di un passato solo apparentemente remoto, in una città, Napoli, in cui la scuola non è mai stata l’unico luogo, e nemmeno il principale, dove imparare a vivere.


Note di Regia
Dopo aver mostrato le avventure di un gruppo di ragazzi di strada napoletani nel film Il segreto, abbiamo continuato a interagire con bambini e adolescenti della città, usando “anche” la telecamera per interrogarci sulle nostre pratiche e sulle loro condizioni di vita, sui modi e le opportunità di ogni alleanza possibile. Lievito è il frammento di un percorso di osservazione e riflessione cominciato più di vent’anni fa. Ciò che mostra – il rapporto tra adulti e adolescenti nello spazio intermedio che cresce tra la strada, la famiglia e la scuola – è al centro della nostra poetica. Da questa vicinanza deriva anche il modo di filmare e in certi momenti l’incrocio quasi letterale tra le nostre azioni e la trama del film. In un posto come Napoli, in cui la scuola non è mai stata l’unico e il più importante agente formativo per larghi strati della popolazione, indagare che cosa, dove, da chi e come apprendono oggi le nuove generazioni, comporta una ricognizione di ambienti e situazioni disparate. La crisi dell’assistenza sociale ha lasciato uno spazio con grandi potenzialità per una leva di educatori e educatrici che sperimentano in sostanziale autonomia i propri metodi pedagogici. Il rapporto maestro-allievo è indagato qui nella sua fase costruttiva, ascendente. Restano appena accennate le zone d’ombra, le resistenze, e dilazionato in un tempo indefinito l’inevitabile momento in cui l’allievo comincerà a dubitare degli insegnamenti del maestro. L’apprendimento procede per tentativi, richiede volontà, esercizio, convinzione. L’esperienza si costruisce nella vicinanza e nel rispetto degli altri. La nostra telecamera resta fissa sulle relazioni, non si allarga al contesto dell’intervento sociale in città, influenzato da troppi fattori per essere davvero all’altezza dei suoi proclamati obiettivi di emancipazione. Il cambiamento, se avviene, si produce innanzitutto nel rapporto con l’altro. Due esili tracce, che avvolgono la trama principale, ci consentono però di approfondire lo sguardo. Nella storia del maestro di guarattelle Bruno Leone è il valore del passaggio di consegne, l’ininterrotta catena maestro-allievo che comporta ogni trasmissione di sapere. Peppe Carini, invece, ripercorrendo con l’aiuto di vecchi filmati la storia della Mensa bambini proletari a Montesanto, rievoca un periodo non così lontano in cui la relazione educativa era anche il presupposto per coloro, e non erano pochi, che intendevano mettere in discussione i consolidati assetti politici e sociali della città.

cyop&kaf dal lontano 1994 vanno infestando la loro città (e non solo) con segni che i più definiscono inquietanti. Utilizzano ogni mezzo necessario affinché i luoghi, loro stessi, e le persone che li vivono, possano trasformare innanzitutto la percezione spesso incrostata che hanno di sé stessi. Per queste e mille altre ragioni sconfinano talvolta nella scrittura (napolimonitor.it), nell’urbanistica (Quartieri Spagnoli / Taranto), nel cinema. Fanno ricerca, insomma, e hanno pure vinto dei premi, ma questo veramente a loro non importa.

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