18/04/2015 - 19/04/2015 Teatro

sabato 18 aprile ore 21 e domenica 19 ore 18 | teatro proposte dal territorio
Rinascimento 2000 / Adramelek Theater presentano
Compagnia Il Cerchio Quadrato in

LE STREGHETTE DI BENEVENTO

di Gennaro Francione
adattamento Francesca e Natale Barreca
regia Stefano Maria Palmitessa
con Alessandro Laureti, Vincenzo Comitale, Filippo Di Lorenzo, Federico Troncarelli, Sabrina Meuti, Nicoletta Martuccio, MariaGraziaCasagrande, Milly Magliozzi, Clara Morlino
aiuto regia Sabrina Meuti
musica Dario Troiani
trucco Accademia di Trucco Professionale

‘700 napoletano. A Benevento viene celebrato un processo contro quattro presunte streghe: Janara, Zucculara, Uria e Manalonga. Trattasi, invece, di quattro emarginate, morse dalla fame nera e costrette a ricorrere a furtarelli, truffe, pozioni, prostituzione, elemosine per sopravvivere, al più colpevoli di connubio orgiastico con un cafone idiota superdotato sotto l’inquietante noce di Benevento. La fantasia surriscaldata e grottesca dell’homo leguleius le trasformerà in assatanate in immondo amplesso col demonio. Da qui l’inevitabile condanna che, per vie esilaranti, verrà rispedita ai ridicoli soloni tonacati.

“Il copione “Le Streghette di Benevento” di Gennaro Francione nell’adattamento di Francesca e Natale Barreca, è stato da me affrontato tenendo presente la “storia” personale che il mio percorso artistico ha prodotto sino a questo momento.
Perché ho ritenuto importante definire fin da principio questo collegamento? Negli anni sono andato, sempre più, convincendomi che lo spazio sia un elemento decisivo nella ricerca registica che mi riguarda. Uno spazio particolare con un boccascena ridotto, gli attori visibili quasi sempre a mezzo busto in una rappresentazione che trova evidenti precedenti nel cosiddetto “Teatro dei burattini”. Un luogo quindi che potesse consentirmi di poter fare ricorso a interventi a sorpresa. L’azione è, quindi, limitata a quello che da dietro un grande pannello può essere “rubato”, sbirciato dal pubblico privato della canonica visuale a tutto campo. Esclusivamente frammenti corporei o brevi azioni compiute dagli attori sul palco, possono essere viste. Una selezione del materiale fantastico ed espressivo/drammaturgico rigorosa affinché qualunque azione avvenga davanti agli occhi dello spettatore possa avere il risalto di un’epifania.
Si tratta in altre parole di capovolgere l’abituale visione. La scenografia non rappresenta più l’ambiente sociale in cui prendono vita i personaggi dell’azione drammatica né un fondale decorativo della stessa. Essa deve, con la mimica e una recitazione venata di “sense of grotesque”, interpretare il dramma, sottolinearne i significati segreti. Una ricerca aperta al dubbio e ai problemi dell’espressione; per certi aspetti così antica e così rivoluzionaria nella sua tensione all’essenziale sia della parola sia del gesto.”
Stefano Maria Palmitessa

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