10/04/2014

giovedì 10 aprile ore 21.00

un progetto di Teatro Tor Bella Monaca e Federazione CEMAT
in collaborazione con Fondazione Teatro La Fenice Venezia e Conservatorio S.Cecilia

Un’importante iniziativa di promozione dell’opera lirica, con la proiezione di 9 opere prodotte dal Teatro La Fenice di Venezia. In alcune delle  serate, le proiezioni saranno precedute da brevi interventi di giovani cantanti lirici che interpreteranno arie da alcune opere.

La Traviata di Giuseppe Verdi
2004, Teatro La Fenice
con Patrizia Ciofi, Roberto Saccà, Dimitri Hvorovstovky
Orchestra e coro del Teatro La Fenice
direttore Lorin Maazel
regia Robert Carsen

Argomento

atto primo

La celebre cortigiana Violetta Valéry ha dato un fastoso ricevimento. Le viene presentato da un amico comune (Gastone, visconte di Letorières) un suo appassionato ammiratore: Alfredo Germont, da un anno innamorato di lei. Il giovane le dedica un brindisi e la invita a ballare, ma Violetta, presa da una crisi di tosse, non riesce a raggiungere con gli altri il salone delle danze: deve fermarsi. Alfredo le rimane accanto e le dichiara il suo amore; Violetta gli dà una camelia, il suo fiore prediletto, invitandolo a ripresentarsi quando il fiore sarà appassito. Alfredo è felice ed abbandona la festa, Violetta raggiunge gli altri. Gli amici in festa salutano l’arrivo del nuovo giorno.
Rimasta sola, Violetta riflette con sorpresa su se stessa, rendendosi conto di essere innamorata di Alfredo, e prova un violento conflitto interiore: un amore responsabilmente accettato cambierebbe la sua vita. Presto si risveglia dalle sue fantasie: le esperienze le hanno anche insegnato ad essere scettica e conclude di non aver altro destino che quello dei piaceri mondani; l’improvvisa apparizione della voce di Alfredo dimostra nelle sue reazioni la fallacia della sua negazione all’amore.

atto secondo

Quadro primo. Alfredo e Violetta vivono felici in una villa di campagna, lontano dalla mondanità. Alfredo sente pienamente realizzata la sua felicità, ma scopre dalla cameriera Annina che Violetta ha dovuto vendere i suoi gioielli per pagare le loro spese; ferito nell’orgoglio, decide di recarsi a Parigi al fine di procurarsi il denaro necessario.
Violetta rientra mentre Alfredo è ancora fuori; rimasta sola, riceve la visita del padre di Alfredo, Giorgio Germont. Questi, dapprima ostile, minaccia Violetta chiedendole di abbandonare il figlio perché la relazione lo sta rovinando. Violetta gli dimostra di aver venduto i propri gioielli pur di non chiedere denaro ad Alfredo. Germont ne resta colpito, e cambia tono, ma non desiste dal suo proposito, pregandola di lasciare Alfredo perché il fidanzamento di sua figlia rischia di essere compromesso a causa del loro scandaloso legame. Violetta crede di poter risolvere l’impasse separandosi per qualche tempo da Alfredo, ma Germont affonda la lama: non essendo la loro unione sancita dal matrimonio, le prospetta il futuro di una vecchiaia incerta. Violetta accetta di sacrificare la propria felicità per quella di Alfredo e della sua famiglia. Germont resta profondamente colpito da tanta magnanimità.
Alfredo torna, ignaro di tutto, mentre Violetta è allo scrittoio. Dopo avergli indirizzato parole di struggente dolcezza ella parte, preoccupandosi di fargli recapitare un biglietto nel quale, masche¬rando la vera motivazione del suo gesto, scrive di aver deciso il ritorno alla vita mondana, ricercan¬do la protezione del vecchio barone Douphol. Alfredo è sconvolto di sdegno e gelosia, ed a nulla valgono le parole d’affetto del padre. Scovato un invito di Flora Bervoix per Violetta si affretta an¬ch’ egli alla festa ove potrà dar voce ai suoi propositi di vendetta.
Quadro secondo. Grande festa mascherata in casa di Flora; numerosi sono gli invitati, vi figurano anche scene d’intrattenimento con maschere di zingarelle e di toreri. Giunge Violetta accompagnata da Douphol Alfredo siede al tavolo da gioco e finge indifferenza, ma la tensione serpegia, e la rivalità col barone sfocia in una sfida a duello. Gli invitati si muovono verso la sala da pranzo, Violetta prega Alfredo di andarsene perché teme per la sua vita, Alfredo tuttavia risponde che se ne andrà solo se ella lo vorrà seguire. Violetta allora si vede costretta a rivelargli che ha giurato fedeltà al barone. Alfredo perde ti proprio controllo, chiama a sé gli invitati e si dichiara pronto a restituire alla donna tutti i soldi ch’ella aveva sposo per lui, gettandole ai piedi in segno di disprezzo il denaro vinto al gioco. Sopraggiunge Giorgio Germont che lo rimprovera e lo trascina con sé.

atto terzo

Violetta giace a letto, malata e, come il medico Grenvil conferma ad Annina, ormai senza speranza. Violetta legge una lettera di Giorgio Gcrmont che le comunica di aver raccontato tutta la verità al figlio, il quale la sta raggiungendo. Lei teme solo di non fare in tempo a dar loro l’estremo saluto confidando nel perdono divino. Sulle strade si festeggia il carnevale.
All’ arrivo di Alfredo i due si abbracciano, egli spera di ricominciare abbandonando Parigi; giunge anche Germont, che ormai la considera una figlia e vorrebbe abbracciarla. Ma è troppo tardi:
Violetta dona ad Alfredo il ritratto di quando era giovane e bella; dopo un ultimo, fugace ed effi¬mero segno di vita, muore fra la costernazione generale.