08/10/2017 Teatro

domenica 8 ottobre ore 18 | teatro
CADMO | Le vie dei Festival | Stati Teatrali
I CANI E I LUPI
dal romanzo omonimo di Irène Némirovsky
drammaturgia, musica e regia Paolo Coletta
con Martina Carpi, Salvatore D’Onofrio, Giacinto Palmarini, Annalisa Renzulli
scene Luigi Ferrigno
costumi Zaira De Vincentiis
assistente costumi Assunta Ausilio
produzione Stati Teatrali

L’ultimo romanzo di Irène Némirovsky viene trasformato da Paolo Coletta in partitura scenica per quattro attori, dove la musica dà corpo a quelle parole del romanzo che i personaggi non sanno o non vogliono dire.


Intriso di malinconia, questo romanzo sull’infanzia e l’innocenza perduta è un capolavoro della letteratura scritto da una delle maggiori autrici del ‘900. All’incrocio tra cultura ebraica, slava e francese, e a metà tra parola parlata e parola cantata, la scrittura di Irène Némirovsky, continua a sorprendere per la sua modernità.
Ne I cani e i lupi, scritto a soli due anni dalla morte dell’autrice ad Auschtwitz, emerge ancora una volta il suo sguardo impietoso sugli elementi tipici dei giudizi e pregiudizi sugli Ebrei.
Irène Némirovsky, pur consapevole della pericolosità dei tempi, non può fare a meno di cogliere gli “umani, troppo umani” difetti di un modo di vivere e di essere, esemplificativi di una volgarizzazione in senso borghese dell’intera società.
Il titolo indica la contrapposizione tra ebrei che ce l’hanno fatta – che sono riusciti ad arrivare nella città alta, dove ciascuno di essi è come “un cagnolino ben nutrito e curato che sente nella foresta l’ululato famelico dei lupi” – e i suoi fratelli selvaggi. Tra loro non c’è solidarietà: i cani temono e scacciano i miserabili lupi, abitanti del ghetto, che rappresentano la possibilità vergognosa a cui si sono sottratti.
Kiev, 1914. Ada capisce sin da bambina che Harry, il cugino ricco, sarà l’unico amore della sua vita. Una misteriosa alchimia del sangue crea un’affinità elettiva tra rappresentanti della città alta e di quella bassa.
Parigi, Anni ’20: Ada e Harry si rincontrano a Parigi, in fuga dai pogrom e dalla rivoluzione, disperatamente attratti l’uno dall’altra. Ada è diventata un’artista ribelle, Harry un ricco banchiere. Lei ha sposato Ben, il cugino selvaggio. Lui la gentile Laurence, discendente di un’antica famiglia di banchieri francesi. Nulla sembra poterli più unire, se non il sentimento della loro perdita.
Il romanzo viene trasformato da Paolo Coletta in partitura scenica per quattro attori, dove la musica da corpo a quelle parole che i personaggi non sanno o non vogliono dire e che l’autrice restituisce nel flusso di coscienza in terza persona, cogliendo i limiti di un modo di vivere e di essere dell’intera società e indicando il valore universale della libertà critica.

Le vie dei Festival, diretto da Natalia Di Iorio, è un momento d’incontro, luogo di visioni privilegiate per gli spettatori più attenti che vogliono confrontarsi con tematiche e linguaggi attuali. ‘Festival dei festival’, che da sempre presenta spettacoli e compagnie scelte tra le migliori delle manifestazioni dell’estate.

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