15/03/2020 Mostra, Musica, Teatro

Domenica 15 marzo ore 11:30

ore 11.30

DATE UNA BICICLETTA A COPPI

Un progetto e un’installazione artistica di Fernanda Pessolano

introdotta dalla narrazione scenica COPPI ULTIMO di e con Marco Pastonesi

paesaggio sonoro Alessandro D’Alessandro

 

Date una bicicletta a Coppi
Installazione artistica di Fernanda Pessolano
Curatela testi di Marco Pastonesi
Con il contributo della Federazione Ciclistica Italiana
e della Biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza
Perché Coppi? Perché ancora Coppi? Perché sempre Coppi? Per i suoi trionfi: cinqueGiri d’Italia, due Tour de France, un campionato del mondo su strada e due su pista, il record dell’ora che durò quattordici anni, tutte le grandi classiche del ciclismo, dalla Milano-Sanremo (tre volte) al Giro di Lombardia (cinque volte), comprese Parigi-Roubaix e Freccia Vallone. Per la sua storia: accompagnò l’Italia e gli italiani dalla miseria del primo dopoguerra all’inizio del boom economico attraverso il Ventennio, la Seconda guerra mondiale, la ricostruzione e la rinascita. Per i suoi scandali: due mogli, due figli, due famiglie, in un’epoca in cui il divorzio non era neppure immaginabile. Per la sua semplicità, generosità, umanità. Per la sua bicicletta: una regina alata, un tappeto volante, una fabbrica di sogni e avventure. E per il suo sport: in Coppi si specchiavano, si identificavano, si esaltavano tutti quelli che, nell’esistenza quotidiana, non riuscivano, non vincevano, non ce la facevano. E per i suoi anniversari: cento anni fa (15 settembre 2019) la sua nascita, sessant’anni fa (2 gennaio 1960) la sua morte. Coppi non è stato il più forte né il più vincente, ma il più grande. Ed è per questo che la sua storia è diventata letteratura, mito, leggenda.
Un’installazione artistica dedicata a Fausto Coppi realizzata da Fernanda Pessolano, tra artigianato e arte, tra gioco e letteratura. Foto, cartoline, memorabilia, piccoli oggetti, libri, dischi, registrazioni, cronache e giornali fanno da corredo a immagini narrative chiuse dentro piccoli sipari. Una narrazione corale che dà voce a tanti autori e che racconta come in un’epopoea il Campionissimo. L’allestimento modulare è composto da piccoli teatrini/contenitori che illustrano con
molteplicità di sguardi e creatività, come in un archivio, la vita, gli amori, le contestazioni, i gesti e le imprese di Coppi. L’opera è corredata da leggii con libri esposti appartenenti alla Biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza.
L’installazione, che sarà inserita sull’applicazione MOVIO, Mibac, come mostra virtuale, fa parte del progetto “Date una bicicletta a Coppi”, sostenuto dalla
Federazione Ciclistica Italiana e inserito nel progetto “Alla fine della città – Contemporaneamente Roma 2020”, a cura dell’associazione Ti con Zero.

Narrazione scenica
COPPI ULTIMO
Di e con Marco Pastonesi
paesaggio sonoro e organetto di Alessandro D’Alessandro
tratto dal libro “Coppi ultimo” di Marco Pastonesi,
Produzione Ti con Zero/Biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza
A cento anni dalla nascita e a quasi sessanta dalla morte, “Coppi ultimo”: Fausto Coppi nel 1959, il suo ultimo anno di uomo e campione, di padre e atleta, di
industriale e manager. Un lungo, frenetico, appassionato addio al mondo del ciclismo, cioè strade e piste, corse e corridori, giornali e giornalisti. Un Coppi stremato, sfinito, esaurito, eppure ancora pronto, voglioso, curioso. Un Coppi attore, primattore e protagonista, un Buffalo Bill in bicicletta, ambasciatore del proprio mito a due ruote. Un Coppi inedito, raccontato in mille storie minime ed esemplari. Coppi e la sua ultima Parigi-Roubaix, il paradiso del fango e del pavè, l’inferno del Nord, conclusa nel gruppetto dei gregari. Coppi e la sua prima e ultima Vuelta di Spagna, abbandonata a tre giorni dalla fine. Coppi e il suo ultimo Tour de France, vinto, ma come direttore sportivo di Federico Bahamontes. Coppi e la sua ultima scoperta, Meo Venturelli, che però si rivelò il suo esatto contrario. Coppi e la sua ultima corsa, una kermesse a Ouagadougou, in Africa. Fausto Coppi nell’ultimo anno di ciclismo e di vita, il 1959, in una giostra di appuntamenti, in un carosello di addii, in una volata finale verso la morte. Vecchio, stanco, malato, eppure curioso, appassionato, visionario, e sempre autorevole, carismatico, rispettato. I tormenti dopo l’estasi.

 

ingresso € 3,00

Fernanda Pessolano. Artista, costumista si occupa di progetti culturali e di promozione della lettura per Ti con Zero. Ha fondato la Biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza nel 2013, ora in convenzione con le Biblioteche di Roma. Conduce una personale ricerca sulla storia dei teatri di carta e con materiali diversi, elabora installazioni e antichi cartamodelli.

YEMAYA, la Regina dei mari, Bianco Teatro istallazione- teatrino su misura di danzatore, dedicato al teatro contemporaneo, Macro Asilo di Roma ottobre 2019, in collaborazione con Fabulamundi di Pav; Attese e separazioni, Installazioni dedicata alla periferia e abitare, testi da Samuel Beckett, Museo delle tradizioni Popolari di Roma2018, Teatro del Lido di Ostia2019; Giro giro Tondo, mostra di teatrini di carta dedicati al ciclismo, incontri e laboratori per bambini, W la bici Feltre festival, 2018, Museo delle Tradizioni Popolari, 2018, Ist. I. di Cultura di Dublino, 2017, Tirano Palazzo Foppoli 2017; Non solo per gioco, teatrini e diorami, Casa dei Teatri, Villa Pamphili; Alfonsina e il circo, Teatro in miniatura con performance dedicata a Alfonsina Strada, Roma Auditorium parco della musica, Museo delle Tradizioni Popolari, Festival delle Letterature off; 2017-18; Bicicletta Tattile:  due ruote per apprendere: mostra illustrazioni tattili dedicati ai 10 perché della bicicletta con trascrizione in Braille, testi a cura di Marco Pastonesi; Bianco Teatro, rassegna di narrazioni performative con due diversi teatri in miniatura, testi di narrativa contemporanea : Museo delle Tradizioni Popolari; Museo di Zoologia, Roma; Biblioteche di Roma; Auditorium di Roma-Festival Spin. Installazioni di arte e scienza: Strap un contenitore per la carta, letteratura e storia della carta, Ex Cartiera Latina Parco Appia Antica dal 2018 al 2013; Regione Lazio; Diversi Europei installazione di geo letteratura dedicata all’Europa e alla Poesia, carta geografica interattiva con letture ad alta voce Magellanea Festival Calcata giugno 2017 Biblioteca Europea maggio 2015, Libri Come, Auditorium di Roma marzo 2013

Discarica laica cattedrale della memoria, rifiuti e letteratura, Provincia di Roma, sistema bibliotecario Ceretano Sabatino, rete parchi Regionali; I 33 nomi di Dio, grande memory; Vedi curriculum Ti con Zero

Marco Pastonesi (Genova, 1954), ciclista urbano e cicloturista, giocatore di rugby in serie A e B, vincitore del Premio Beppe Viola (2001), Gianni Brera (2014), Bancarella Sport (2017) e Vincenzo Torriani (2017), e i premi Coni-Ussi (2002, 2008, 2012), ha lavorato a “la Repubblica” e alla “Gazzetta dello Sport”, e ha seguito, fra l’altro, 16 Giri d’Italia e 10 Tour de France, quattro Tour ofRwanda e un Tour du Faso, quattro Coppe del mondo di rugby e 18 Sei Nazioni, e l’Olimpiade di Londra (2012). Dal 2014 è socio fondatore della Biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza. Al ciclismo ha dedicato, fra l’altro, Gli angeli di Coppi (1999), Il diario del gregario (2004), La corsa più pazza del mondo (2007), Meo volava (2010), Pantani era un dio (2014), Diavolo di un corridore (2015), I diavoli di Bartali (2016), La leggenda delle strade bianche (2017). Al rugby, fra l’altro, La leggenda di Maci (2002), Ovalia (2007), Dizionario degli All Blacks (2011), L’Uragano nero (2016). Con Giorgio Terruzzi ha scritto due libri di battute e aforismi sullo sport, Palla lunga e pedalare (1992) e Se l’ammazzi fai pari (2004). Con Alfredo Martini La vita è una ruota (2014). E con Ivan Zaytsev Mia (2017). Con narrazioni sceniche ha partecipato, fra l’altro, ai festival Letteraltura a Verbania (2009 e 2017), Salone del libro a Torino (2015), Overtime di Macerata (2016 e 2017), International Book Fair a Teheran (2017), Bookcity a Milano (2014 e 2017), Festival del ciclista lento a Ferrara (2017). Dal “Pantani era un dio”, è stato tratto il reading di e con il duo
Bartolini/Baronio.

Alessandro D’Alessandro. Inizia lo studio dell’organetto all’età di 9 anni. Da sempre interessato alle più svariate forme musicali, si dedica principalmente alla contaminazione dell’organetto con stili e armonie non propriamente di matrice popolare. E’ organetto solista e coordinatore artistico dell’ OrchestraBottoni (già POLV), con cui ha collaborato con Daniele Sepe, Angelo Branduardi, Franco Battiato, Riccardo Tesi, Marc Perrone, Dan Moretti, Peppe Barra, Eugenio Barba & Odin Teatret, Lino Cannavacciuolo, Vincenzo Zitello, Nando Citarella, Carlo Muratori, Teatro Potlach, Cecilia Chailly, Alfio Antico, Roberto Tombesi,
Arnoldo Foà e altri ancora. E’ stato co-produttore e arrangiatore dei dischi “Omaggio a N.Orleans” (2006) della POLV Blue Stuff , “The Journey” (2011) di Dan Moretti POLV e “OrchestraBottoni Live” (2014, finalista Premio Tenco e secondo miglior disco del 2014 al Premio Musica Tradizionale di Loano).
E’ musicista stabile e produttore artistico nei progetti del cantante/performer Canio Loguercio con il quale ha pubblicato nel Gennaio 2017 il disco ‘Canti, Ballate e Ipocondrie d’ammore’, e vincitore della TARGA TENCO 2017 come miglior album in dialetto.